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2023, UN’ESTATE IN SALDO NEGATIVO PER CAPACCIO PAESTUM

Quella 2023 è stata un’estate da dimenticare per Capaccio Paestum. Ed è stato lo stesso Sindaco, Franco Alfieri, per certi versi, a certificarlo pubblicamente. Il primo cittadino, nel corso del periodo estivo, ha affermato che “vi è un calo del 30% circa delle presenze, come da media nazionale, anche per il nostro territorio”. Ha poi aggiunto di più, in modo ingeneroso per un territorio patrimonio Unesco, bollando il nostro come “un turismo di prossimità”, ovvero fatto principalmente da persone che da pendolari si muovono verso Capaccio Paestum da zone diverse della regione per mezza giornata o poco più. Due affermazioni che connotano assai negativamente la situazione e che non giovano al territorio nella sua interezza. Probabilmente, il Sindaco ritiene insoddisfacenti anche le azioni fatte da lui stesso in questi ultimi 4 anni che, evidentemente, non hanno sortito alcun effetto positivo sulla quantità e la qualità delle presenze turistiche a Capaccio Paestum.

LA PAROLA AGLI IMPRENDITORI BALNEARI

Abbiamo scelto di farci una chiacchierata con alcuni imprenditori del settore balneare, coloro i quali operano da anni sul territorio e che più di altri sembrano avere il termometro delle presenze anche rispetto agli anni passati. Ovviamente, hanno voluto conservare l’anonimato, forse anche per proteggersi da una sorta di “whistleblowing”. Del resto, quello che interessa non è il “chi lo dice” ma il “cosa si dice”, utile per avere testimonianze dirette sul quadro dell’estate 2023.

Il primo concessionario balneare interpellato ci ha detto: “Gli anni del Covid sono stati una sciagura, ci hanno indebolito come imprenditori, hanno creato incertezza e sfiducia verso nuovi investimenti e migliorie. Del resto, siamo prossimi a quelli che dovrebbero essere nuovi bandi europei per le concessioni, pertanto viviamo veramente appesi ad un filo. Quest’ultima estate ha contribuito ad aggravare la situazione. Il calo sui nostri lidi è stato minimo del 30% rispetto al 2022, ma il dato preoccupante è che rispetto agli anni pre Covid registriamo una diminuzione di oltre il 50%”.

Un altro imprenditore della costa capaccese punta il dito principalmente su quello che definisce “un vuoto nei giorni infrasettimanali”. “Capaccio Paestum è ormai diventata una cittadina del sabato e della domenica. Durante la settimana i nostri lidi sono pressoché vuoti. Quest’anno neppure nei 10 giorni clou di agosto si è verificato il pieno. I motivi di tutto ciò sono sicuramente di congiuntura nazionale, ma ci sono anche motivazioni legate allo specifico di Capaccio Paestum”.

Ci sta chi, invece, senza mezzi termini, attribuisce colpe specifiche all’attuale Amministrazione Comunale. “L’Amministrazione e il Sindaco non hanno posto condizioni favorevoli per operare. Il lungomare sul piano estetico può avere anche un valore, ma di fatto ha allontanato molti bagnanti abituali, tante famiglie e tantissimi avventori del week end. Manca un piano di viabilità efficace e funzionante. Molti non si fermano più a Paestum, proseguono oltre verso il Cilento oppure si fermano prima. Sanno che a Capaccio Paestum sarà un’impresa trovare parcheggio, temono di restare bloccati nel traffico. Le navette che dai parcheggi dovrebbero condurre alle spiagge sono poche e ad intervalli di tempo lunghi ed irregolari”.

Non manca chi pone l’accento sulla qualità dell’acqua del mare, quest’anno davvero a giorni alterni: “Per una cittadina Bandiera Blu, il nostro mare non è all’altezza delle aspettative di chi viene. I problemi sono noti, ma non vedo azioni concrete da parte dell’Amministrazione Comunale. Mancano controlli periodici sugli scarichi abusivi e attenzione costante”.

NON SI FA NULLA PER SALVAGUARDARE L’AMBIENTE

Il tema più sensibile è certamente quello dell’ambiente, della salubrità e della qualità delle acque del nostro litorale. Un mare, nonostante il vessillo della Bandiera Blu FEE, a giorni alterni, ormai condizionato, se non avvelenato, dai nitrati. La mozzarella di Paestum e tutti i suoi derivati caseari ed artigianali rappresentano per il territorio un settore trainante. Ma enorme è il costo ambientale e sociale che si rischia di pagare. Il problema, la vera sfida da affrontare per Capaccio Paestum è quella di far coesistere turismo, agricoltura intensiva e zootecnia. Ormai la storia è nota. Le acque della nostra costa proliferano di un’alga mucillaginosa a causa dell’eccessiva presenza di nitrati che fungono da nutrimento. Cosa provoca la presenza eccessiva di nitrati nel nostro mare? La pratica della fertilizzazione dei terreni agricoli con effluenti provenienti dalle aziende zootecniche e digestati. Il tutto si raccoglie, va nei canali adiacenti i terreni e poi arriva a mare. Le aziende agricole che gestiscono effluenti zootecnici e digestati sono tenute a rispettare alcune procedure amministrative e alcune regole (Direttiva Nitrati). Lo fanno? Chi le controlla? Proprio il Sindaco Alfieri, su questo delicato tema, qualche anno fa, in occasione di un episodio di sversamento irregolare da parte di un’azienda del territorio, disse e promise che si sarebbe avviato un progetto che avrebbe in poco tempo mitigato o addirittura risolto il problema. Parlò di un intervento che riguardava una nuova rete di canalizzazione per tutti gli effluenti zootecnici che sarebbero stati avviati verso biodigestori. Di questo progetto non si è più saputo e fatto nulla. Era soltanto fumo negli occhi, evidentemente. Franco Alfieri, attuale Sindaco di Capaccio Paestum, che dal febbraio 2016 al luglio 2019 ha avuto anche il ruolo di delegato all’Agricoltura della Regione Campania, cosa ha fatto per risolvere o quantomeno mitigare un problema così grosso per Capaccio Paestum, la Piana del Sele e per ampie parti dell’intera Regione Campania? Convegni, protocolli, proposte rimaste lettera morta. Ovvero, nulla.

IL GIALLO DELLA CONDOTTA SOTTOMARINA

Sempre sul tema ambientale, una parentesi ulteriore sulle inadempienze amministrative che causano problemi alle acque del nostro mare va aperta sulla questione “condotta sottomarina di Varolato”. Una violenta mareggiata, nel gennaio 2018, ha danneggiato in più punti la condotta sottomarina di scarico a Varolato di Capaccio Paestum, rendendo impossibile lo scarico in mare delle acque reflue depurate che in precedenza avveniva a circa due chilometri dalla costa. In seguito a bando di gara datato giugno 2018, l’Amministrazione Comunale di Capaccio Paestum ha proceduto all’aggiudicazione dell’appalto dei lavori di ripristino e ristrutturazione della condotta sottomarina per l’importo di circa 2 milioni di euro oltre iva. Il progetto prevede la dismissione della vecchia condotta e la messa in opera di una nuova tubatura, con scarico dei reflui tra i due ed i tre chilometri dalla costa. Fino a qua, nulla quaestio, se non che, a distanza di quasi 5 anni, pare che i lavori non siano stati ultimati. Il che costituirebbe un vulnus non da poco, vista la delicatezza della questione. L’intervento consentirebbe alle acque reflue depurate di avere senza intoppi il loro sfogo naturale a largo della costa, cosa fondamentale per una località balneare come Capaccio Paestum.

GLI SPETTATORI DEI CONCERTI NON SONO TURISTI

Il Sindaco Alfieri, nei suoi slanci propagandistici, confonde gli spettatori con i turisti. Non bisogna contare il numero di chi va a vedere gli spettacoli (vi è da dire che quest’anno per l’Arena e il MACO Festival è stato un flop vero e proprio, avendo dovuto gli organizzatori annullare ben 5 serate già programmate in tabellone). I turisti sono, per definizione, coloro i quali fanno almeno un pernottamento in un posto, non chi si muove da Eboli, Battipaglia, il Vallo di Diano, Avellino, Caserta, Benevento o Napoli per venire a vedere un concerto a Paestum. I numeri di spettatori ai concerti, quindi, è inutile contarli, a meno che non si voglia fare i conti in tasca alla società privata che ha organizzato gli eventi. Da sempre, non da quest’anno, è facilmente dimostrabile che i concerti e i grandi eventi fatti a luglio e agosto non portano alcun valore aggiunto al territorio. Risulta evidente che è inutile portare flussi nei due mesi di punta. La destagionalizzazione degli eventi è un tema serio che andrebbe affrontato nelle sedi istituzionali. È facilmente deducibile, basta parlare, ad esempio, con un ristoratore di Paestum, che vi spiegherà facilmente che i concerti dell’Arena sono per lui controproducenti. Se migliaia di persone tra le ore 20 e le ore 24 sono nell’arena spettacoli, è evidente che non sono andate al ristorante (quindi ricaduta diretta non può esservene). Inoltre, cosa dichiarata da molti ristoratori pestani, la sera dei mega concerti molti ristoratori di Paestum hanno avuto disdette di prenotazioni anche da clienti abituali poiché per la gente era preferibile non venire a Paestum causa il traffico del concerto. I grandi eventi andrebbero fatti in periodi di bassa stagione, magari a maggio o ottobre.

IL LUNGOLIDI NON FUNZIONA, LA SERA DESOLAZIONE

Il lungomare, o lungolidi, di Capaccio Paestum, o meglio di Laura di Paestum, non funziona. I motivi di questo flop sono molteplici e di diversa matrice. Innanzitutto, come si è notato sin dal principio, la striscia mattonellata che ci si ostina a definire “lungomare” è “costretta” tra i lidi e la pineta e da ciò ne scaturisce l’assenza della vista del mare, un particolare non da poco. Di fatto, tranne che nei pochi punti aperti, il panorama per chi passeggia è costituito da recinzioni dei lidi, cabine, muri, muretti, aree per il deposito dei rifiuti, serbatoi e ripostigli. Non ci sta un metro per parcheggiare, e quei pochi parcheggi che sono stati ricavati sono stati fatti a danno della pineta, tagliando alberi vivi e vegeti nella cecità di chi è deputato a controllare e nel silenzio delle associazioni ambientaliste.

Eppure, gli investimenti (o meglio i debiti) fatti dall’Amministrazione Comunale per il riassetto del fronte mare facevano presagire ben altra organizzazione. L’estate si è trasformata per molti bagnanti in un “inferno” di disagi lungo tutta la linea di costa. Famiglie in attesa di navette insufficienti per numero e che non arrivano, con soste sotto il sole anche di 30 minuti. La gente, per questo motivo, per il rischio di non trovare parcheggio o di restare imbottigliata nel traffico di una viabilità carente, sceglie di non venire a fare il bagno a Paestum, va oltre o addirittura si ferma prima. Altro che movida e passeggio serale in riva al mare. Di sera, il lungomare di Laura è deserto. È buio e solitudine e, soprattutto, insicurezza visti i continui furti in automobili ed episodi di scippi ai danni di cittadini. Gli imprenditori balneari dovrebbero mantenere aperte le strutture di sera e anche nei mesi non estivi. È davvero desolante passeggiare e non trovare un bar aperto neppure per prendere un caffè o un gelato. Il primo presidio per un luogo è la presenza di vita, e le attività commerciali e di intrattenimento sono l’essenza per un luogo che vuole essere punto di attrazione per flussi giornalieri o diventare un salotto all’aperto per il territorio.

A cura di Carmine Caramante

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