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LA REGINA DEI RECORD

Regina Elisabetta: la Regina dei record.

Se n’è andata la regina dei primati. La regina Elisabetta era sul trono del Regno Unito dal 6 febbraio 1952. Ovvero da oltre 70 anni. Più di qualunque altro sovrano inglese prima di lei, più della regina Vittoria (sul trono per 63 anni, 7 mesi e 2 giorni), più di Enrico VII. E’ stato anche il capo di Stato che è rimasto in carica per più tempo. Il 6 febbraio 2017 aveva festeggiato anche 65 anni di regno, il giubileo di zaffiro. Nel 2022 quello di platino. Ha visto 15 primi ministri, 7 papi e 15 presidenti degli Stati Uniti. Ha vissuto crisi nazionali e internazionali difficili (la crisi economica, la guerra delle Falkland, la fine della Seconda Guerra Mondiale, che aveva dilaniato l’intera Europa, incluso l’Inghilterra.) E pensare che non sarebbe mai diventata regina se suo zio Edoardo VII non avesse abdicato al trono per sposare una donna divorziata. Se, infatti, lo zio Edoardo VII non avesse scelto di abdicare, la linea di successione sarebbe passata in via diretta ai figli di Edoardo. Ed è stato proprio questo l’elemento cruciale dell’intera storia della regina Elisabetta, ciò che ha cambiato definitivamente le sorti della sua intera vita. Una regina ma che regina non doveva diventare. Fin dalla sua nascita, dalla sua infanzia, dalla sua giovinezza, è sempre stata cresciuta ed indotta ad una vita politicamente impegnata, ma che non l’avrebbe mai portata a salire al trono del Regno Unito. Ed invece, prima l’abdicazione dello zio Edoardo VII e la prematura morte del padre re Giorgio VI poi, hanno finito per far sì che Elisabetta, a soli 26 anni, divenisse la nuova regina del Regno Unito, catapultata su uno dei troni più importanti del mondo, con alle spalle secoli di tradizioni. Benché, le sue sorti fossero altre, la regina ha accettato di assumere quel ruolo, con tutte le conseguenze e le responsabilità sia a livello istituzionale sia a livello personale che ciò avrebbe comportato. Innanzitutto, sul piano istituzionale, la regina Elisabetta si è ritrovata giovanissima a doversi relazionare con i vari primi ministri, che si sono susseguiti nel tempo durante il suo regno. Considerata troppo giovane e inesperta da tutti, la regina ha dovuto fin da subito lavorare per dimostrare il contrario. Grazie alla sua acuta intelligenza e diplomazia, è riuscita nel corso degli anni ad avere il proprio riscatto e a convincere tutti di essere all’altezza del ruolo assegnatole. Emblematico è stato il rapporto che la legava al primo ministro Churchill: da un lato, caratterizzato dalla tenerezza, la stessa che può esserci tra il nonno e sua nipote; dall’altro, da una profonda stima reciproca. Tuttavia, l’elemento fortemente caratterizzante dell’intero regno della regina Elisabetta è stata la forte esposizione mediatica. Conservatrice fino al midollo, la regina è sempre stata al passo con i suoi tempi. Infatti, la sua incoronazione, che ha luogo il 2 giugno 1953, è il primo evento di quel tipo che ha goduto di una ripresa televisiva. Alla cerimonia erano presenti tutti i rappresentanti politici della Bretagna, i primi ministri e i capi di tutti i paesi del Commonwealth e i maggiori rappresentanti degli Stati stranieri. Questa carica mediatica caratterizzerà sempre il regno della famiglia Windsor negli anni a venire. Anzi, possiamo dire che è stata utilizzata in maniera strategica dalla regina inglese al fine di avvicinarsi sempre di più alla gente comune. E di questo hanno beneficiato tutti i membri della famiglia reale. Infatti, nel corso degli anni, la regina Elisabetta è diventata un’icona popolare: un personaggio nel quale tutti potessero riconoscersi. Un evento, questo, che non ha precedenti nel corso della storia delle altre monarchie dell’epoca. La regina diventa un’icona del popolo, suo malgrado, perché per attitudine personale non lo era affatto e non voleva e non poteva esserlo. La sua vita, le sue vicende familiari tragiche e rocambolesche, la longevità di un regno che sembrava non dover finire mai, hanno fatto quello che lei non avrebbe mai fatto di sua iniziativa: trasformarla in una sorta di icona popolare, in una rockstar tailleur e cappellino, in una delle figure più immediatamente riconoscibili dell’ultimo secolo di storia del mondo: Che Guevara, Marilyn Monroe, Elvis Presley, Michael Jackson. Se n’è andata “la regina più amata”: salita al trono all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, che aveva portato con sé il tramonto del sogno egemonico inglese e scatenato l’inizio della fine delle numerosissime colonie di Sua Maestà, vera gloria e vanto di Londra per secoli. Ridimensionata nella sua grandezza, la forza della monarchia, però, rimase immutata grazie a lei. Elisabetta II governò in maniera sobria e impeccabile l’Inghilterra e i quindici Paesi del Commonwealth (compresi Canada e Australia) dei quali sarebbe rimasta formalmente capo di Stato, anche dopo la decolonizzazione. Per quasi 70 anni, è stata alla guida di una monarchia, di un Paese, superando guerre, crisi nazionali ed internazionali, scandali familiari, la Brexit. Coriacea e determinata, longeva e avveduta, intuitivamente contemporanea pur avendo attraversato due secoli di storia. Soprattutto, è stata la miglior garante della monarchia britannica: non solo per aver mostrato al mondo cosa significhi “comportamento regale”, ma anche per l’affetto, l’ironia, la credibilità e la stabilità che ha saputo dare in settant’anni di regno ai suoi sudditi.

“Dichiaro davanti a tutti voi che tutta la mia vita, lunga o breve che sia, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia reale a cui tutti apparteniamo”. (Discorso per il suo 21° compleanno, 21 aprile 1947, trasmesso alla radio da Città del Capo).

“Quando la vita sembra dura, i coraggiosi non si sdraiano e accettano la sconfitta; invece, sono ancora più determinati a lottare per un futuro migliore”. (Discorso pronunciato in occasione degli auguri natalizi del 25 dicembre 2008).

Valentina Cicatiello

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