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PRIMO SOCCORSO/14

PILLOLE DI PRIMO SOCCORSO/14 – MA QUANDO CHIAMARE L’1.1.8. (1.1.2.)?

L’ultimo articolo parlava di come effettuare la chiamata e come essere preparati per affrontare un episodio che, il più delle volte, ci piomba addosso inaspettatamente, improvviso e insospettato. Quando si chiama l’1.1.8.? A molti sarà capitato di chiamare l’1.1.8. per chiedere aiuto, ma non tutte le telefonate che vengono effettuate però “sono da 118”, ovvero non andrebbero fatte. Bisogna chiamare l’1.1.8. oppure l’1.1.2. in caso di assoluta emergenza. Ovvero in tutte quelle situazioni in cui ci può essere rischio per la vita o l’incolumità di qualcuno come nel caso di malori, infortuni, traumi, ustioni, avvelenamenti, incidenti (domestici, stradali, agricoli, industriali), annegamento. Prima di tutto, come si chiama realmente il “118”? Il nome completo è SISTEMA DI EMERGENZA E URGENZA 1.1.8. ed è coordinato dalle CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALI 1.1.8.

Già solo leggendo il nome, così come nominato dal DPR 27/03/1992, si capisce che è un sistema che si occupa di emergenza e urgenza. Quindi, alla domanda “quando si chiama l’1.1.8.?”, la risposta sarà: quando siamo di fronte ad una emergenza o ad una urgenza. L’emergenza è una condizione tale per cui un soggetto si trova in pericolo di vita, ed è una condizione tempo dipendente. Ovvero più tempo passa prima che tale persona venga soccorsa, meno sono le probabilità di salvarla. In caso di emergenza è opportuno chiamare l’1.1.8. L’urgenza invece è meno grave dell’emergenza, è una condizione in cui non c’è un immediato pericolo di vita, ma è una condizione che se non trattata, col tempo, potrebbe diventare critica e magari trasformarsi in una emergenza. Anche in questi casi si deve chiamare l’1.1.8. Purtroppo non è così che funziona la realtà. Prendiamo come esempio le statistiche delle chiamate ricevute da una Centrale Operativa Territoriale nel sud Italia nel mese di maggio 2019. Nel periodo indicato, sono arrivate 27.450 chiamate. Di tutte le telefonate ricevute quelle che si sono “trasformate” in intervento di un mezzo sanitario sono state 9.443. Una volta giunto sul posto l’equipaggio, dei 9.443 interventi, 4.751 si sono rivelati codici bianchi o verdi, rispettivamente 1155 e 3596. Ovvero poco più della metà degli interventi era per pazienti che non avevano nulla o non avevano alcun tipo di gravità. I numeri sono chiari. Il risultato è che spesso le ambulanze sono utilizzate in maniera impropria. Cioè quando non c’è né urgenza né tanto meno un’emergenza. Questo si traduce in un grosso problema: c’è il rischio che quando chiamate l’1.1.8.per una VERA emergenza (esempio: un arresto cardiaco), quell’ambulanza è stata chiamata e inviata dove c’è una persona che non è in una condizione di emergenza e/o urgenza.

Ma allora quando chiamare?

Quando una persona a noi vicina, un nostro caro o anche uno sconosciuto, ha un problema di salute, grande o piccolo che sia, è normale che ci prende lo smarrimento, lo spavento o anche l’angoscia del non sapere cosa fare e telefonare al 1.1.8., per parlare con qualcuno che può aiutarci, può essere di grande conforto. La telefonata al 118 è giusto farla, è concessa. L’importante è non mentire. Vale a dire, non descrivere una situazione più grave di quanto non sia, perché in questo modo si negano le risorse a chi ha realmente bisogno di aiuto. Quindi, chiamiamo, in generale, quando siamo di fronte a: dolore improvviso al torace. Non importa in che zona del torace, specialmente se è forte, ingravescente o accompagnato da sudore freddo. “Fitte” localizzate in un punto circoscritto del torace e che durano pochi secondi non sono preoccupanti; marcata difficoltà respiratoria, specialmente se persiste a riposo; uno stato di incoscienza che non si sa quando sia iniziato o uno svenimento con completa perdita dei sensi che non cessa in posizione distesa; stato improvviso di confusione mentale, torpore o marcata sonnolenza; stato di grave agitazione con deliri, rischio di autolesionismo, atti pericolosi o aggressioni; trauma cranico con grave mal di testa (anche dopo qualche ora), specie se con vomito o svenimento;  ferite profonde, specialmente al torace, all’addome o alla testa; crisi di convulsioni (scosse incontrollabili alle braccia e alle gambe, con o senza stato di incoscienza); perdita improvvisa di forza ad un braccio o gamba o entrambi, oppure una marcata difficoltà a parlare o paresi unilaterali; ustione su un’ampia parte del corpo, specialmente in un bambino; traumi da caduta con forte dolore alla schiena, o all’anca o alla gamba; vomito di colore nero come il caffè; feci di colore nero come il caffè con grave malessere generale o sensazione di svenimento; emorragie da orifizi qualunque sia la causa. In altre condizioni potenzialmente gravi, ad esempio, sospetto avvelenamento, ferite superficiali, perdita improvvisa della vista ad un occhio, sanguinamenti nasali, traumi leggeri, si può andare, accompagnati, direttamente al Pronto Soccorso con mezzi propri. Ed è giusto ricordare che il 118 non ha una corsia preferenziale al Pronto Soccorso. Ma allora, chi ha la precedenza in Pronto Soccorso? Ha la precedenza il paziente più grave, non chi arriva prima. E vale sia per chi si presenta spontaneamente in Pronto Soccorso, sia per coloro che giungono con il servizio emergenza/urgenza 1.1.8. Questo perché una volta giunti in Pronto Soccorso, i pazienti vengono sottoposti al triage. Questo prevede l’assegnazione di un codice colore in base alle condizioni del paziente. Con il termine triage, che significa appunto cernita, in Pronto Soccorso si intende un insieme di procedure codificate che permettono al personale sanitario di triage la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentano, stabilendo un ordine di accesso alla visita medica ponderato alla gravità dei sintomi accusati. Tutti questi comportamenti più si conoscono meno si sbaglia. I nostri corsi di Primo Soccorso insegnano le azioni corrette per affrontare un’eventuale situazione di emergenza. E, per chiudere, sempre lo stesso consiglio: Fermati. Respira. Pensa. Agisci. E non intasiamo i Pronto Soccorso.

Pasquale Annunziato OPSA soccorritore CRI

339 182 9977

Istruttore PSTI della Croce Rossa Italiana

Istruttore BLSD IRC Comunità

PADI Open Water Diver Master Instructor

Istruttore Advanced Oxigen Provider PADI/DAN

doa.scuolasub@gmail.com

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