Qualche anno fa, nonostante il successo televisivo, il gioco dei pacchi su RaiUno, condotto da Flavio Insinna, fu sospeso, dando preferenza ad un nuovo format, quello della caccia all’identità, condotto da Amadeus. A Capaccio Paestum, si sa, siamo nostalgici, soprattutto sempre alla ricerca di stupire. Tutt’altro che con effetti speciali. E, di conseguenza, ci è sembrato giusto ed opportuno recuperare il format Rai e ripresentarlo in era Covid-19 non più sul grande schermo ma nella vita reale, nella vita della “povera gente”. Fatto questo preambolo, che agli “aficionados” dell’Amministrazione Comunale di Capaccio Paestum potrà apparire stucchevole, veniamo ai fatti. O meglio, ai pacchi.
I FONDI NAZIONALI DI EMERGENZA
Come è noto, il Comune di Capaccio Paestum, in base a quanto stabilito dall’articolo 2, comma 4, dell’Ordinanza del Capo Nazionale della Protezione Civile n. 658/2020, è stato destinatario ad aprile scorso di circa 230mila euro da utilizzare per le necessità alimentari, in tempo di Covid, dei cittadini meno abbienti. Ci risulta che, grazie alle tante donazioni di generi alimentari da parte di associazioni, aziende e privati cittadini, non tutta la somma è stata spesa. Inoltre, la scelta dell’Amministrazione Alfieri è ricaduta, sia ad aprile scorso che in questi giorni natalizi, sulla distribuzione di pacchi alimentari preconfezionati, modello Razioni K durante l’assedio di Saigon (e si spera che non si facciano acquisti come ad aprile – tipo migliaia di euro in brioscine comprate nel basso Lazio).
COME GESTISCONO I FONDI GLI ALTRI COMUNI
Il modo più dignitoso, moderno ed efficace per realmente aiutare chi si trova in difficoltà in questo particolare momento, è stato, invece, diligentemente individuato da molti altri comuni italiani, tra i quali alcuni vicinissimi a noi. L’emissione di “buoni spesa” utilizzabili dalle famiglie per l’acquisto di generi alimentari e non solo presso gli esercizi commerciali locali. Questa modalità risponde meglio alle istanze di celerità e flessibilità per l’utilizzo del contributo. Ogni famiglia ha il diritto di scegliere i prodotti e il cibo da comprare in base alle diverse esigenze, a volte anche di tipo medico. I soggetti beneficiari del contributo, voluto dal Governo Italiano, sono i cittadini, pertanto l’acquisto dei prodotti deve essere effettuato direttamente dal soggetto beneficiario e l’intervento del Comune va limitato alla regolazione finanziaria dell’operazione, attraverso il pagamento previa presentazione, da parte dell’esercente, dei buoni trattenuti dal beneficiario, accompagnati dalle copie degli scontrini giustificativi dell’operazione. Nei giorni scorsi, il Comune di Pontecagnano, ad esempio, ha consegnato a domicilio 760 “buoni spesa”, a famiglie individuate dal settore Politiche Sociali e dal Piano di Zona. Ugualmente ha fatto il Comune di Agropoli, con 750 nuclei familiari beneficiari di “buoni spesa” che hanno presentato domanda in risposta all’avviso pubblicato dal Comune di Agropoli. I buoni consentiranno l’acquisto di generi di prima necessità presso gli esercizi commerciali convenzionati, inseriti nell’apposito albo pubblicato sul sito del Comune di Agropoli. Sono in tutto 15 le attività commerciali e farmacie che hanno aderito alla manifestazione di interesse indetta nei giorni scorsi dall’Ente cilentano. L’importo destinato ai beneficiari va da 100 a 400 euro a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Un aiuto concreto alle famiglie che stanno vivendo una condizione di difficoltà, a causa della pandemia.
I PACCHI DI CAPACCIO PAESTUM
Per i nostri cittadini meno abbienti, non fondi da spendere in buoni spesa, ma pacchi. Una vergogna per una cittadina evoluta. Come ad aprile scorso, si continua con la distribuzione di pacchi alimentari preconfezionati, questa volta con tanto di letterina di Natale. Come si era uso fare nella vecchia DDR, la Germania Est di Erich Honecker. A tal proposito, però, intendiamo rivolgere qualche domanda al Sindaco o all’Assessore al ramo, per chiarimenti:
1) Stoccati questi pacchi nella palestra comunale dopo aver acquistato i generi alimentari, come questi pacchi arrivano nelle mani delle persone?
2) Vengono consegnati a domicilio o bisogna recarsi fisicamente a ritirarli?
3) In tali casi, come vengono individuati i beneficiari dei pacchi natalizi?
4) Chiunque può recarsi nella palestra e chiedere il pacco natalizio fino ad esaurimento degli stessi, oppure vi è un elenco completo e definitivo dei beneficiari?
Queste domande potrebbero sembrare superflue, ma sinceramente non abbiamo letto da nessuna parte istruzioni o chiarimenti su questi aspetti organizzativi e sostanziali.
Carmine Caramante