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ALFIERI GIOCA CON I CARRARMATINI DEL RISIKO E SI FA RIELEGGERE PRESIDENTE DELL’UNIONE ALTO CILENTO

Creatura ideata nel 2004 da Alfieri con sede a Torchiara.

Venerdì 5 febbraio, nel corso del consiglio generale dell’Unione dei Comuni Alto Cilento, il Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, è stato di nuovo eletto presidente dell’Unione stessa, ruolo che aveva già ricoperto da Sindaco di Agropoli. Dal 2019, proprio per volere del neo eletto Sindaco Alfieri, anche Capaccio Paestum fa parte di questa aggregazione che oggi, per l’appunto, prende il nome di Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento.

Cos’è l’Unione dei Comuni

L’Unione dei Comuni dell’Alto Cilento venne fondata nel 2004 da 8 degli attuali enti presenti (Agropoli, Cicerale, Laureana, Lustra, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara – a cui nel 2019 si è aggiunto Capaccio Paestum) e conta una popolazione attuale di circa 53mila abitanti residenti, con un proprio consesso consiliare e un organo esecutivo, oltre ad un apparato con uffici e dipendenti che gestiscono servizi afferenti ai comuni associati.

Ma cosa c’entra Capaccio Paestum?

Già mesi fa abbiamo evidenziato che Capaccio Paestum non ha alcuna attinenza specifica con l’Alto Cilento. Non vi è ragione politica e geografica alla base dell’iniziativa di ingresso in questa aggregazione, creata su una logica feudale. Il nostro Comune, già gravato da enormi difficoltà economiche, è andato semplicemente a sovvenzionare e socializzare le perdite di Bilancio di questo inutile ente doppione e a sovvenzionare un apparato con uffici e dipendenti con già carenze e problemi. A nostro avviso, non si ragiona in questo modo di “area vasta” e, in questa fase storica, con tutti i problemi che ci sono, non era assolutamente il caso di affidare o gestire servizi in maniera associata, cosa che non porta ad alcun vantaggio o risparmio ma che espone il nostro Comune al rischio di dover partecipare al ripianamento di debiti altrui.

Le perdite di Bilancio dell’Unione ricadono sui singoli Comuni

Già nel 2016, nella seduta di approvazione del Bilancio, il consigliere dell’Unione dei Comuni Alto Cilento, tal Sebastiano Aceto, affermava: “Sono gli ultimi colpi di coda di un Ente giunto al capolinea e prossimo al fallimento politico e contabile per l’enormità del debito accumulato. A peggiorare la situazione, circa 11 milioni di euro, per il servizio di raccolta e dei rifiuti del Comune di Agropoli”. Anche qui, tanto per cambiare, dovette essere richiesto un prestito ponte di 3milioni di euro con un mutuo erogato presso la “Santa” Cassa Depositi e Prestiti. Il prestito fu contratto sulla base di 30 rate annuali a partire dal 2016. A metà 2018 poi, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno, al termine di un’attività di indagine coordinata da Michele Oricchio, Procuratore Regionale della Corte dei Conti per la Campania, ha segnalato un complessivo danno erariale di oltre 200mila euro. In particolare, emerse il pagamento ritenuto illegittimo di premi conferiti al personale, che operava per l’Unione e per i Comuni di appartenenza, in relazione ad un progetto per il recupero dell’evasione della TARSU.

Carmine Caramante

 

 

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