CHIESA SETTECENTESCA AL CAPOLUOGO – Molto più saggio sarebbe utilizzare, per attrezzare lo scivolo disabili, l’ingresso successivo, secondario, senza modificare la gradinata e il prospetto della facciata.
Si salvi chi può. Ormai “fare”, senza preoccuparsi del “come” e senza un minimo rispetto dei luoghi e di una sensata e opportuna logica, sta diventando una regola a Capaccio Paestum. Dall’annuncio quotidiano che il Sindaco Alfieri non manca mai di fare, pare che a farne le spese sarà questa volta la Chiesa di San Pietro Apostolo a Capaccio Capoluogo, la cui facciata in stile barocco è risalente al secolo XVIII. Il Sindaco, al fine di favorire l’ingresso ai disabili (cosa sacrosanta e garantita dalla Costituzione Italiana) ha annunciato l’apposizione nello spazio adiacente le scale di una rampa. Orbene, fermo restando la necessità e il diritto di garantire a tutti i cittadini l’accesso alla Chiesa, pare ovvio che andrebbero pensate ed attuate soluzioni diverse da questa. Siamo in presenza di un monumento di importanza e rilevanza storica e culturale, nonché religiosa ovviamente. Suggeriamo, pertanto, di non posizionare alcuna rampa all’ingresso, poiché andrebbe di certo a modificare il profilo architettonico della facciata e della scalinata. Molto più saggio sarebbe utilizzare, per attrezzare lo scivolo disabili, l’ingresso successivo, secondario, senza modificare la gradinata. Naturalmente, i consigli dati gratis per qualcuno non varranno. Eppure, basterebbe guardare come fanno gli altri. Basta osservare, ad esempio, il Duomo di Santa Maria in Fiore a Firenze (un monumento dei tanti, preso ad esempio a caso), laddove l’ingresso disabili (con scivoli e ringhiere) è opportunamente posizionato sul lato destro, in un’entrata secondaria.
Carmine Caramante
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