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ASTA BENI EX ERSAC – UNA PROPOSTA ALTERNATIVA

Abbiamo già detto e documentato che, a nostro avviso, l’Amministrazione Alfieri non è stata animata da un comportamento equo allorquando ha deciso di mettere all’asta case di persone assegnatarie della Riforma Fondiaria che vivono in quelle abitazioni da 70 anni, costringendo alcune di esse (chi se lo poteva permettere) a dover reperire in pieno periodo di ferie estive ingenti somme economiche pur di non perdere il proprio domicilio e di fatto ricomprare la casa in cui hanno vissuto fino ad oggi. Si è parlato nel bando di una “prelazione per gli assegnatari ex Ersac”, in pratica per chi abita le case. Abbiamo dovuto però constatare che trattavasi di prelazione assai relativa, poiché obbligava comunque l’assegnatario ex Ersac a dover pareggiare l’offerta eventualmente pervenuta. Alcuni, quindi, si sono trovati nell’assoluta impossibilità di gareggiare e/o pareggiare l’offerta fatta da società dal fatturato milionario.

DUE PESI E DUE MISURE

Eppure, è la stessa Amministrazione Comunale che, con la delibera di Giunta n. 467 del 5 ottobre 2023, ha concesso la possibilità di rateizzare (6 rate con cadenza mensile) il carico debitorio degli indennizzi insoluti per abusive e/o difformi utilizzazioni del Demanio Marittimo. In pratica, due pesi e due misure. Da una parte si è duri e ligi, intraprendendo anche una battaglia legale per salvare il procedimento di asta dei beni ex Ersac, dall’altra si è morbidi e comprensivi nei confronti di chi ha accumulato un debito per utilizzazione senza titolo di beni demaniali marittimi o per utilizzo degli stessi in modo difforme dalla concessione.

LA PROPOSTA EQUA E SOLIDALE

In merito alla vicenda dei beni ex ERSAC di Gromola, Capaccio Scalo e Spinazzo, l’avvocato Giovanni Licinio, fondatore del movimento politico “Prima Capaccio Paestum” facente parte della coalizione civica “Insieme 2024”, ha formulato e esposto una proposta alternativa, valida sia sul piano politico-amministrativo che in termini giuridici: l’annullamento del procedimento espletato e oggetto di ricorso al Tar, sostituito dalla vendita degli immobili da alienare agli assegnatari ex Ersac con patto di riservato dominio in numero di 30 rate annuali posticipate, scadenti il 7 dicembre di ciascun anno, con pagamento della prima rata a partire dal 7 dicembre 2024. La determinazione del prezzo di ciascun immobile andrà fatta con una perizia estimativa in contraddittorio, con sottrazione di quanto previsto dalla normativa sull’edilizia sociale. Proposta chiara, trasparente e sicuramente più rispondente agli interessi sia degli assegnatari ex Ersac che del Comune, dato che con la compravendita con patto trentennale di riservato dominio il Comune incassa il prezzo di vendita, lo pone a Bilancio e non mette un cappio al collo agli assegnatari, risolvendo un problema abitativo e sociale.

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