Inutile il Concorso di Idee.
Per l’Ordine degli Architetti della Provincia di Salerno, il bando presenta “rilevanti criticità”.
Unica opera necessaria è il nuovo Cinema-Teatro, che riannoderà l’esistente con il tessuto sociale.
L’attuale Municipio non va abbattuto, ma sottoposto a ristrutturazione conservativa
Non si spegne il dibattito sulla previsione da parte dell’Amministrazione Alfieri di un nuovo assetto urbanistico per Piazza Santini. Abbiamo chiesto un parere a tre professionisti di Capaccio Scalo, molto impegnati nella vita sociale e legati profondamente ai luoghi: l’architetto urbanista Luigi Delli Priscoli, l’avvocato Mario Tambasco e l’ex consigliere comunale della maggioranza del compianto Sindaco Franco Palumbo, l’avvocato Domenico Vecchio.
LUIGI DELLI PRISCOLI, architetto urbanista
“Con determina del Responsabile del procedimento – n.37 del 10/03/2020 – l’Amministrazione del Comune di Capaccio Paestum ufficializzava l’approvazione del bando di Concorso di Idee per una Nuova Centralità Urbana in Piazza Santini con l’obiettivo di riqualificare e valorizzare lo spazio urbano di Piazza Santini. Niente di più aberrante. A Piazza Santini urge un solo intervento: abbattere e ricostruire l’ex cinema Myriam, senza perdere tempo in procedure concorsuali che non hanno nessun fondamento con la natura del luogo. Capaccio Paestum non è un comune qualsiasi. La sua è una storia millenaria e gli interventi urbanistici futuri non possono prescindere dalle tappe di questa storia intrisa di valori artistici, culturali e archeologici di interesse rilevante. Opportunamente negli anni ‘80 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, attraverso gli organi periferici, propose il vincolo conservativo sui Borghi della Riforma che venne prontamente recepito dall’illustre redattore del Piano Regolatore Generale (attualmente vigente) professor Luigi Airaldi, cattedratico dell’Università di Milano e urbanista di fama mondiale. Difatti, non a caso, Piazza Santini con l’attigua area della Collinetta ricadono all’interno del vincolo urbanistico della zona omogenea A2, ovvero aree di interesse storico-artistico. L’area è stata luogo di ritrovamenti di tombe, di cui una dipinta nel sito del campo sportivo, nonché di altre ritrovate a circa 150 m ad est della chiesa di San Vito. I Borghi della Riforma di Capaccio Scalo e di Gromola rappresentano anche la storia delle lotte contadine che portarono allo smembramento del latifondo e alla Riforma stralcio in Italia nei primi anni ‘50: essi non possono essere assolutamente modificati o, addirittura, demoliti con il pretesto di farli diventare luoghi di centralità urbane della futura città contemporanea. Un territorio come il nostro, all’attenzione della cultura mondiale, non può essere privato della propria memoria economica e culturale. Sarebbe una sorta di falso storico. Per quanto esposto, mi chiedo: a cosa serve ricorrere all’istituto del Concorso di Idee per una Piazza degli anni ‘50, la quale va solo conservata e non stravolta da illusorie finalità di sorta? Per tali motivi, invito l’Amministrazione comunale a ravvedersi sulla procedura e sugli obiettivi manifestati negli atti amministrativi prodotti”.
MARIO TAMBASCO, avvocato
“Chi non è natio di questo luogo e chi non vi ha vissuto esprime, pur legittimante, dei giudizi amaramente critici su Piazza Santini senza porsi nessun tipo di problematica come quella dell’origine che fu Borgo di Capaccio Scalo. Esso è e rappresenta, al pari del Capoluogo su a Capaccio, il centro storico e chi vi sta mettendo mano lo vuol distruggere. Di spazi, di terreni ove poter realizzare le nuove opere che si paventano ce ne sono a iosa come quelli al di sopra e al di sotto di via Nassiriya ove, essendo tabula rasa, i progettisti potranno spaziare e esprimersi senza remore e, soprattutto, con un dato e cioè l’essere nelle immediatezze del consolidato centro abitato e con esistenti ed operanti attività commerciali che ne riceverebbero un sostanziale slancio con la creazione di quei tanto sospirati ed indispensabili aree di parcheggio, parco giochi e parco pubblico. Non deve sempre prevalere questo brutto modo di ridicolizzare l’esistente”.
DOMENICO VECCHIO, avvocato
“Noi siamo anche la storia che ci ha preceduti e sulle cui orme è necessario proseguire, pur lasciando aperte le porte per ventate di novità che siano rispettose della tradizione e della vocazione culturale ed economica del luogo. L’ex cinema Myriam va doverosamente abbattuto. La mia posizione rimane quella già più volte espressa anche pubblicamente, che prevedeva un abbattimento dell’ex cinema previa requisizione ed acquisizione dell’area al Comune. Da qui, una riqualificazione urbanistica dell’intera piazza che salvaguardi l’esistente per la ripresa della funzione sociale della stessa, favorendo iniziative che recuperino le aggregazioni e restituiscano il suo essere luogo d’incontri, previa ricostituzione dell’isola pedonale”.