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CAPACCIO PAESTUM INCHIESTE – DOSSIER AMBIENTE

– Introduzione –

Negli ultimi dodici mesi, il territorio di Capaccio Paestum (111km quadrati, 13km lineari di costa Bandiera Blu FEE, un sito archeologico patrimonio Unesco, parte del territorio ricadente nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, ampie aree ZPS e SIC) è stato investito da numerosi eventi che hanno denotato le gravi criticità ambientali che al momento attanagliano la nostra piana e che non trovano soluzione. Mare, fiumi, terra e cielo sono minacciati continuamente da azioni dell’uomo, atti criminali che stanno causando cambiamenti e minacciano la salubrità del nostro ambiente, la cosa più preziosa che abbiamo e la cui salute è fondamentale per una cittadina che ha nel turismo e nelle eccellenze enogastronomiche due dei principali motori dell’economia locale.

Serve un professionista, un tecnico come Assessore all’Ambiente

Capaccio Paestum, con rispetto parlando e non volendo offendere i territori che ci circondano, non è una cittadina come le altre. Quello che ci sta da salvaguardare nei nostri 111km quadrati è un patrimonio naturale, storico ed ambientale unico. Abbiamo 13 km di costa Bandiera Blu, un sito archeologico inserito dal 1998 nei beni Unesco, un fiume, il Sele, che solo fino a tre decenni fa era incontaminato, una collina che ricade in parte nell’area del PNCVD che va salvaguardata sul piano idrogeologico e da ogni speculazione edilizia che ne possa compromettere il paesaggio. Abbiamo poi l’oro bianco della mozzarella, settore cardine la cui filiera produttiva va però controllata e messa in condizione di non nuocere all’ambiente. Tutte queste cose non possono essere affidate alla “politica di paese” o a chi è stato eletto per fare il consigliere comunale e che, avendo anche una vita privata ed imprenditoriale, può dedicare alla sua delega il tempo libero o parte di esso. Serve un tecnico, un professionista che lo faccia a tempo pieno e che abbia capacità di coordinamento tecniche e scientifiche per sovrintendere in maniera innovativa ed efficace alle tante istanze ambientali che insistono su questo territorio.

DOSSIER AMBIENTE

 

Estate 2020 – Mare a giorni alterni

Dal 2015 il litorale di Capaccio Paestum è stato insignito della Bandiera Blu FEE, il più alto riconoscimento esistente per la qualità delle acque e per la balneazione in generale. Nonostante ciò, sarebbe intellettualmente non onesto notare e segnalare che il nostro mare, a giorni alterni e in più punti, presenta criticità e zone in cui molti bagnanti con tanto di foto hanno quotidianamente segnalato situazioni di acqua giallastra e schiumosa con conseguenti bruciori cutanei. Questa situazione, la scorsa estate (come documentato dalle foto in alto) ha raggiunto livelli intollerabili. Sono bloom algali, qualcuno ha risposto. Seppure lo fossero (e ne siamo assai scettici) sono comunque indice di una non eccellente salute dell’ecosistema costiero. Come ci viene confermato dal dottor Michele Contegiacomo del gruppo Ambiente e Territorio Capaccio Paestum: “Occorre certamente dare chiarimenti alle lamentele da parte di turisti e bagnanti di Capaccio Paestum relativamente a bruciori accusati da adulti e bambini e la comparsa di bollicine rosse sulla pelle. Che vi sia una fioritura algale a causa di fenomeni meteoclimatici favorevoli è tacito, ma la cosa sta assumendo contorni grotteschi per non dire emergenziali. È tanto difficile capire che esistono circa 800.000 specie di alghe, molte innocue e altre capaci di produrre tossine. E sono queste ultime che negli ultimi tre anni stanno dando maggiori problemi. Sono alghe unicellulari che producono tossine. Dire che sono solo banali alghe, senza affrontare in modo maturo il problema, fa male al nostro territorio. Cosa ne vogliamo fare di Paestum? Vogliamo renderla più simile a Salerno, Battipaglia ed Eboli o alle più rinomate località turistiche cilentane?”.

Estate 2020 – Fiume Sele invaso da microalghe causate da eccesso di nitrati

Il caso finisce anche al Tg1. Contaminazione da nitrati nelle acque del Sele, dovuto ad eccessivi e continui scarichi di fertilizzanti e reflui zootecnici. La lemina minor trova rapidità di crescita nel momento in cui nell’acqua trova nitrati. Dalla salute del fiume Sele dipende la qualità delle acque del nostro mare. Per questo motivo è necessario fare ogni sforzo per monitorare e qualificare le acque del Sele, da troppi anni ormai oggetto di sversamenti che in passato sono assurti alla cronaca come veri e propri attentati. Quello che si vede in foto in alto, ovvero questa coltre verde largamente presente nel letto del fiume ai pressi della Foce, è sintomatica della situazione e spiega molte cose, anche la forte proliferazione algale che da qualche anno è presente nel nostro mare. Questo processo si chiama eutrofizzazione, tipico fenomeno di inquinamento da rifiuti organici. La pianta acquatica presente nella foto è la lemina minor, più comunemente e volgarmente chiamata “lip”. La sua proliferazione è causata da un eccesso di nitrati. Quando un corpo idrico riceve scarichi di natura organica di origine civile, zootecnica o industriale, l’ossigeno viene utilizzato nei processi di ossidazione biologica delle sostanze organiche inquinanti, fino a scomparire. Si hanno così condizioni di anossia del corpo idrico con inconvenienti gravissimi a carico di quasi tutte le forme di vita acquatiche e con pregiudizio di tutte le possibili utilizzazioni di tali acque. La condizione di anossia determina inoltre lo sviluppo di forme microbiche in grado proprio di vivere in assenza di ossigeno e capaci di produrre sostanze come l’ammoniaca e l’idrogeno solforato, composti dall’odore sgradevole e soprattutto tossici per tutto l’ecosistema acquatico.

Inverno 2021 – Scarichi al Capo di Fiume

Tra febbraio e marzo scorsi, situazione vergognosa alla foce del Capo di Fiume, nei pressi della spiaggia di Licinella. Il Capo di Fiume, lo scorso 3 febbraio, nel suo punto di foce in località Licinella di Paestum, si presentava nelle condizioni visibili nelle foto in alto. Ne è seguita l’indignazione di tanti cittadini e turisti che, ancora una volta, e in questo caso in pieno inverno, hanno visto l’ennesimo attentato al mare di Capaccio Paestum.

Estate 2020/Primavera 2021- Rifiuti in libera uscita

Cumuli di rifiuti in ogni contrada sia l’Estate scorsa che in questi primi ponti di Primavera. Si sta tornando alle vecchie abitudini. Serve una nuova campagna informativa sulla Raccolta Differenziata. I processi legati alla Raccolta Differenziata sono soprattutto legati al comportamento dei cittadini. Da un po’ di tempo, a Capaccio Paestum si conferisce male. Molti cittadini e residenti estivi e dei week end “mischiano”. Ovviamente, non fasciamoci la testa. Serve semplicemente rigenerare il processo comunicativo. Aggiornare e predisporre una nuova campagna informativa diretta agli utenti. Sono passati 15 anni, periodicamente il processo prevede nuove campagne. L’ultima fu fatta nel 2008, in occasione dell’estensione del servizio anche alle contrade costiere. Ora è tempo di farne un’altra mirata e ancora più moderna per rafforzare il valore di questi comportamenti. Dovrebbe essere prevista nel capitolato d’appalto con il privato che gestisce il servizio. La situazione va risolta. Non possiamo avere le strade cittadine che si presentano come nelle foto in alto, neppure per un solo giorno. Abbiamo superato i 6 milioni di euro di costo annuale della Raccolta Rifiuti. Rispetto a 3 anni fa, il costo complessivo di gestione è aumentato di 1milione e cinquecentomila euro.

2020 – Capaccio Paestum non è un paese per gli alberi

A novembre 2020, in via Urano, di fronte al Villaggio dei Pini in località Torre di Mare, 2000 mq di area pinetata sono stati messi kaput. Tagliati, senza se e senza ma. Un atto vandalico, penserete voi, compiuto da qualcuno che voleva accaparrarsi il legname. Niente di tutto questo. Niet. Il taglio selvaggio ed indiscriminato pare sia stato effettuato da una ditta privata che doveva svolgere una prestazione d’opera su incarico del Comune di Capaccio Paestum. Sul posto sono intervenuti, allertati da alcuni cittadini, i militari dell’Arma Forestale, dediti alla tutela del patrimonio ambientale. Ovviamente, l’intera area oggetto del disboscamento è stata posta sotto sequestro relativamente al reato di taglio abusivo di alberi in area demaniale e deturpamento del patrimonio boschivo. Le indagini dovranno stabilire le eventuali responsabilità penali.

Nei mesi precedenti, erano stati gli alberi di viale della Repubblica, nel lungo tratto di strada che congiunge Capaccio Scalo con Laura, a subire. “Capitozzatura”, questa la spiegazione data dagli organi preposti. Una tipologia di taglio indiscriminato che interessa indistintamente porzioni di fusto, branche primarie e grossi rami e che da anni è in uso. Ovviamente, recandoci sul posto, abbiamo constatato che molte piante, circa 40, sono state tagliate alla base come si evince dalle foto sopra, e questa non è una capitozzatura ma una vera e propria soppressione. Volendo fare chiarezza su questa pratica della capitozzatura, abbiamo chiesto il contributo di un tecnico qualificato, il quale ci ha detto che: “È necessario precisare in via preliminare che questo tipo di interventi sul patrimonio arboreo sono azioni inutili e dannose che non hanno nulla a che fare con le buone pratiche di gestione del verde previste dalla moderna arboricoltura. Infatti, la capitozzatura, ovvero taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest’ultimo o una parte della chioma, dopo una rimozione più o meno drastica, rappresenta la principale minaccia per gli alberi riducendone drasticamente le aspettative di vita e trasformandoli in fonti di rischio per la pubblica incolumità in aree ad elevata fruizione. È bene precisare che le giustificazioni/motivazioni che vengono solitamente avanzate da chi autorizza ed esegue questo tipo di interventi sono totalmente prive di fondamento tecnico-scientifico”.

Servizio a cura di Carmine Caramante

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