Con una delle trovate meno riuscite, qualche anno fa, Matteo Renzi ci aveva annunciato e fatto credere che avevamo abolito le Province. In realtà, ad essere abolite erano state soltanto le elezioni provinciali. Per questo motivo, ci ritroviamo alla presidenza di un Ente che conserva ancora numerose competenze territoriali tale Michele Strianese (PD – ma ha davvero poca importanza la sua appartenenza partitica). L’attuale presidente della Provincia di Salerno ha, qualche giorno fa, annunciato, con squilli di tromba, che “può finalmente partire il Grande Progetto di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno I stralcio funzionale, intervento progettato dalla Provincia di Salerno e finanziato dalla Regione Campania”. Il primo lotto è stato ormai appaltato e prevede la realizzazione del sistema di difesa a celle tra la foce del fiume Picentino ed il litorale di Pontecagnano Faiano, della lunghezza di 7 km, per un importo complessivo di 28 milioni di euro. Quello che ci fa specie e che ci lascia sbigottiti è la totale non curanza di tutte le questioni che sono in gioco sul piano ambientale e paesaggistico e di tutti i dubbi che numerosi esperti hanno mosso sulla reale utilità di un simile mega progetto. E ciò che ulteriormente preoccupa è che si insiste e si persiste nel voler attuare ed implementare le barriere in mare su tutti i 37 km di costa tra Pontecagnano ed Agropoli, senza tenere conto delle diverse situazioni che ricadono nei vari tratti, alcuni dei quali (tipo il litorale di Capaccio Paestum) che non necessitano di interventi e che sono in controtendenza rispetto al fenomeno erosivo della linea di costa.
PENNELLI E BARRIERE RIGIDE A CAPACCIO PAESTUM – ALFIERI DEVE OPPORSI
Capaccio Paestum nel 2017 ha detto NO al mega progetto barriere artificiali con atti ufficiali. Alla costa di Capaccio Paestum non serve. La relazione del 2016 del professor Ortolani lo ha sancito in modo scientifico. Alfieri deve dimenticarsi di essere il responsabile del Masterplan Salerno Costa Sud e far prevalere il suo ruolo di Sindaco. Il nostro primo cittadino deve ribadire il NO al progetto di 70 milioni della Provincia.
Capaccio Paestum è stato l’unico Comune, tra quelli interessati dal progetto di ripascimento di 70 milioni di euro, proposto ed approvato dalla Provincia di Salerno, ad opporsi agli interventi fin dal 2016, allorquando con una delibera di Giunta Comunale fu dato incarico al geologo di fama internazionale professor Franco Ortolani di redigere una relazione/parere sul progetto anti erosione della Provincia. Un’opera che il compianto cattedratico di Geologia dell’Università Federico II di Napoli bocciò come inutile e dannoso poiché trattava in modo indiscriminato tutti i 37 km di costa a sud di Salerno, senza tenere conto delle diverse situazioni dei vari tratti di litorale. In particolare, secondo lo studio del professor Ortolani, un dossier di 1000 pagine depositato presso il Comune di Capaccio Paestum nel 2017, la zona più danneggiata da un simile intervento sarebbe proprio Capaccio Paestum, dato che il litorale sabbioso di circa 13 km per ben due/terzi di esso non è interessato da fenomeni erosivi ma è addirittura in espansione. La parte di Foce Sele – Varolato, l’unica che negli ultimi anni ha fatto registrare l’arretramento della linea di costa, deve essere invece difesa attraverso interventi diversi e in particolare sul fiume Sele, le cui dinamiche creano il fenomeno. Insomma, secondo la relazione di Ortolani, per Capaccio Paestum non servono barriere artificiali, massi o pennelli rigidi. A questo punto, il Sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri deve, in sede politica ed istituzionale, far prevalere il suo ruolo di Sindaco di Capaccio Paestum e tutelare gli interessi ambientali e paesaggistici del nostro litorale confermando, in continuità amministrativa con la Giunta Voza, quanto deliberato nel 2017 sulla base dello studio di Ortolani e ribadire il NO di Capaccio Paestum all’implementazione di barriere artificiali lungo i nostri 13 km di costa.
APPENDICE (COME PROMEMORIA A MICHELE STRIANESE)
A novembre 2019, per riscontrati problemi strutturali, il ponte sul fiume Asa in zona litoranea di Pontecagnano è stato chiuso. Successivamente, la Provincia di Salerno (competente sul tratto di strada), a marzo 2020, ha ripristinato la circolazione in un unico senso di marcia e avviato l’iter procedurale per la costruzione del necessario nuovo ponte. Marzo 2020. Oggi siamo ad Agosto 2021, ovvero 17 mesi dopo e, solo due giorni fa, il Presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese ha annunciato, senza indicare tuttavia tempi precisi, l’avvio dei lavori per il nuovo ponte Asa, fondamentale per ripristinare la piena circolazione tra Salerno e il sud della provincia. Insomma, a quasi 2 anni dal problema, ancora siamo agli annunci. Ora, qualcuno potrebbe pensare che si tratti di dover realizzare il Golden Gate di San Francisco o il Passante di Mestre. Stiamo, invece, parlando di un ponticello (o meglio una specie di scendiletto) lungo 30 metri circa e che sorvola un torrente. Insomma, una cosa che al Genio Pontieri della Cecchignola viene assegnata alle reclute come esercitazione. Montare il ponte e collaudarlo con il passaggio dei carri pesanti. Il tutto nel tempo tassativo di 24 ore. In caso contrario, giorni 3 di consegna per i giovani militari. Non si ricordano nella storia della Caserma Cecchignola casi in cui l’esercitazione ha superato le 18 ore.
Carmine Caramante
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