Ha tenuto banco in queste ultime settimane la questione relativa alla Collinetta di Capaccio Scalo, in seguito alla pubblicazione della relazione della Guardia di Finanza Sezione Tutela della Spesa Pubblica che ha inteso segnalare un danno erariale per l’ente comunale capaccese alla Procura Regionale della Corte dei Conti Campania causato, secondo la relazione di 18 pagine, dalle delibere di Consiglio Comunale n. 70 del 02.08.2018 e n. 96 del 30.11.2018, con le quali il Comune di Capaccio Paestum, al tempo guidato dal Sindaco Franco Palumbo, ha donato (a titolo gratuito) la chiesa di San Vito, la canonica e il campanile alla Parrocchia di Capaccio Scalo. Con gli stessi atti, sempre a titolo gratuito, il Comune di Capaccio Paestum ha donato alla Parrocchia il diritto di utilizzo per 99 anni del terreno di mq 4700 circa adiacente il complesso di culto, suolo facente parte del Parco Urbano “La Collinetta”. Tutti questi beni erano stati nel 2015 oggetto di trasferimento dal Demanio al Comune di Capaccio Paestum, sulla base delle intervenute norme del Federalismo Demaniale. La Parrocchia ha, fin dagli inizi del 2019, previsto sui 4700 mq circa della Collinetta un progetto di ampliamento degli edifici parrocchiali, sia della chiesa che della canonica, con la realizzazione di numerose sale per gli incontri e la catechesi. Per i lavori è stato stanziato un finanziamento dalla CEI di circa 3 milioni di euro. Il tutto, da allora, ovvero dal 2019 ad oggi, è fermo. I lavori non sono mai iniziati e hanno trovato la contrarietà di numerosi cittadini ed associazioni che si sono posti a difesa del valore ambientale e storico della Collinetta di Capaccio Scalo. Tra l’altro, sul suolo già citato, le norme urbanistiche (ovvero il PRG vigente) non danno la possibilità di edificare nuovi volumi. Il Comune, ovvero l’attuale Consiglio Comunale, dovrebbe procedere ad una Variante al PRG, cosa che non ha finora fatto. Secondo la Guardia di Finanza Sezione Tutela della Spesa Pubblica, il Comune di Capaccio Paestum non poteva cedere i beni con la donazione, non ammissibile giacché determina un impoverimento del patrimonio comunale. Depauperamento valutabile, secondo valutazione minima OMI, in 550.000,00 euro circa. Del danno risponderebbero gli amministratori consenzienti cui alla delibera consiliare n. 96 del 30.11.2018.
LA COLLINETTA VA PRESERVATA IN QUANTO GEOPARCO E SITO DI RILIEVO ARCHEOLOGICO
A Capaccio Scalo, c’è un solo parco urbano, La Collinetta. Percorsi nel verde, pedonali e sportivi, area giochi attrezzata per bambini, duecento alberi di medio e alto fusto. Della stessa età del Borgo della riforma, il nucleo originario, dotato di acqua potabile e irrigua, illuminazione, servizi igienici ed è recintato con muretto e rete metallica. Il tutto fatto, ovviamente, a spese del Comune in varie epoche e da varie amministrazioni. Ma La Collinetta è un parco singolare: in realtà un geoparco, vera e propria rarità geologica oltre che storica. Il sito, come documentato da ricerche storiche ed archeologiche, fu stazione di passaggio e di sosta sul rilievo dunale che correva tra Hera Argiva e l’antica Poseidonia. Negli anni ‘50 del Novecento il sito della Collinetta è stato oggetto di scavi nei quali si sono ritrovate tombe antichissime e sicuramente altre ve ne sono ancora, oltre a una casa (forse) di epoca romana. Negli anni ‘80 fu la Soprintendenza di Salerno, in nome del proprio ministero, a richiedere al progettista del PRG, professor Airaldi, di inserire la Collinetta in zona A2, di interesse storico artistico con vincolo di inedificabilità assoluta. Pertanto, è sembrato paradossale togliere ai cittadini una proprietà così rilevante. Inoltre, viene da domandarsi, può mai un Comune in una situazione di precario equilibrio di bilancio effettuare donazioni sottraendo beni al proprio patrimonio. Ancor più dato che sta ancora pagando allo Stato i canoni arretrati per i beni dal 2015 ricevuti a titolo gratuito.