Come noto agli operatori del settore, la scadenza delle concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico-ricreativa era fissata al 31 dicembre 2020. Con la Legge di bilancio 2019, il Governo Conte ha previsto che le concessioni demaniali disciplinate dal comma 1 dell’articolo 01 del D.L. 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, vigenti alla data di entrata in vigore della medesima legge “…hanno una durata, con decorrenza dalla data di entrata in vigore della presente legge, di anni quindici…”. Alla luce di quanto precede, quindi, considerando che la citata legge n. 145/2018 è entrata in vigore il 1 gennaio 2019, le concessioni demaniali marittime aventi finalità turistico nonché residenziali e abitative avranno scadenza il 31 dicembre 2033. Ma, proprio dopo l’estensione delle concessioni al 2033 istituita dal primo governo Conte, il demanio marittimo si trova nel caos più totale: l’Europa ha inviato una lettera di messa in mora per contestare l’incompatibilità della proroga automatica col diritto europeo, l’Antitrust ha diffidato alcune Amministrazioni comunali che hanno applicato la norma e nei Tribunali di tutta Italia vengono emesse, quasi ogni giorno, sentenze sul demanio marittimo spesso in contraddizione tra loro.
LA SENTENZA 1416/2021 DEL CONSIGLIO DI STATO
Di recente, a tal proposito, il Consiglio di Stato ha ribadito la necessità di gare per tutte le concessioni demaniali, sia per le “nuove” che per quelle già in essere e soggette a variazione o proroga. Come si evince dal punto 9.2. della sentenza 1416/2021, questa appunto non riguarda affatto “solo” le “nuove concessioni”, ma anche la variazione delle concessioni già rilasciate e le proroghe automatiche.
Estratto della Sentenza
«9.2. Come ha già avuto modo di rilevare il Consiglio di Stato in un caso del tutto analogo relativo al Comune di Porto Cesareo, quest’ultimo ha fatto corretta applicazione dell’art. 8 della legge regionale n. 17/2015, la quale prevede che il rilascio e la variazione della concessione debbano avvenire nel rispetto, tra gli altri, delle direttive comunitarie in materia, sulla scorta delle sentenze della Corte di Giustizia, con sentenza 14 luglio 2016, cause C-458/14 e C-67/15 sul contrasto con l’art. 12, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006 e con l’art. 49 TFUE, relativi ai servizi nel mercato interno e sull’invalidità di norme nazionali che prevedano proroghe automatiche in assenza di qualsiasi procedura di selezione tra i potenziali candidati (cfr. Cons Stato, sez. V, 11 giugno 2019, n. 3912)».
IL TAR SALERNO DISAPPLICA ESTENSIONE AL 2033
“Contraria al diritto Ue” – Il giudice amministrativo ha respinto l’istanza di un concessionario che chiedeva l’applicazione della legge 145/2018
Il Tar Campania, seconda sezione di Salerno, ha disapplicato l’estensione al 2033 di una concessione demaniale marittima prevista dalla legge italiana 145/2018. Con la sentenza n. 265/2021 del 29 gennaio scorso, il tribunale amministrativo si è espresso in merito al contenzioso tra il titolare di uno stabilimento balneare e il Comune di Camerota (non costituito in giudizio), dichiarando che l’estensione al 2033 è contraria al diritto europeo e pertanto non può essere applicata. Nelle sue motivazioni, articolate in trenta pagine di pronuncia, il Tar di Salerno (presidente Nicola Durante, estensore Olindo Di Popolo) riprende tutte le argomentazioni contrarie all’estensione automatica delle concessioni balneari, dalla sentenza della Corte di giustizia europea “Promoimpresa” del 14 luglio 2016 ai recenti ricorsi dell’Antitrust contro il prolungamento al 2033 disposto da alcuni Comuni toscani, passando per le varie pronunce di altri Tar e del Consiglio di Stato emesse negli ultimi due anni. In sostanza, secondo il tribunale amministrativo campano la legge 145/2018 «si presenta confliggente con i principi euro-unitari sanciti dall’art. 12 della direttiva 2006/123/CE (cd. Bolkestein)» e pertanto «la proroga automatica quindicennale […] si infrange contro l’indirizzo giurisprudenziale disapplicativo delle norme legislative dilatorie emanate in subiecta materia». Non solo: il Tar di Salerno evidenzia che «a fronte dell’intervenuta cessazione del rapporto concessorio, il titolare del titolo concessorio in questione può vantare un mero interesse di fatto a che l’Amministrazione proceda a una nuova concessione in suo favore e non già una situazione qualificata in qualità di concessionario uscente, con conseguente inconfigurabilità di alcun obbligo di proroga ex lege o motivazionale dell’Amministrazione. Ne deriva che l’operabilità delle proroghe disposte dal legislatore nazionale non può che essere esclusa in ossequio alla pronuncia del 2016 del giudice euro-unitario […], di talché la proroga legale delle concessioni demaniali in assenza di gara non può avere cittadinanza nel nostro ordinamento, come del resto la giurisprudenza nazionale ha più volte riconosciuto (cfr. per tutte e tra le più recenti, Cons. Stato sez. V, 27 febbraio 2019 n. 1368)».
LA REGIONE CAMPANIA
Nello specifico la Campania ha preso atto che le concessioni demaniali marittime vigenti alla data di entrata in vigore della legge 145/2018 (cioè al 1° gennaio 2019) conservano la loro validità per i novanta giorni successivi alla dichiarazione della cessazione dello stato di emergenza da Covid-19 e, pertanto, fino al 3 maggio 2021. Entro tale termine, la Regione Campania provvederà ad emanare ulteriori indicazioni e direttive.
I COMUNI E GLI OPERATORI CHIEDONO RISPOSTE CHIARE A GOVERNO E REGIONI
L’impegno del Ministro Gelmini: “Superare direttiva Bolkestein”.
Essendo una materia di competenza di più ministeri, una voce importante in merito alla riforma delle concessioni balneari sarà anche quella della ministra agli affari regionali Maria Stella Gelmini. A questo proposito, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si è già attivato: “Con Gelmini mi sono confrontato nei giorni scorsi su alcuni temi riguardanti il territorio e gli enti locali e ho ottenuto assicurazione di un impegno immediato e diretto per il superamento della direttiva Bolkestein in materia di imprese balneari”, afferma Gasparri in una nota. L’Europa ha avviato un contenzioso, l’Italia ha già risposto con il governo precedente e ora che c’è Forza Italia nell’esecutivo siamo certi che le imprese saranno tutelate e una distorta interpretazione della direttiva sarà definitivamente archiviata”. Da parte delle Regioni, il pressing sul governo arriva anche da Marco Scajola, assessore al demanio marittimo della Regione Liguria e coordinatore nazionale degli assessori regionali competenti in materia, che ha scritto ieri mattina una lettera indirizzata ai ministri Garavaglia e Franceschini e, per conoscenza, al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “È necessario e urgente affrontare e superare l’annosa questione Bolkestein”, afferma Scajola. “Le 35 mila imprese italiane del settore balneare, i lavoratori del comparto e i Comuni hanno bisogno di risposte. Serve un confronto che sia collaborativo e costruttivo: il nostro auspicio è che, con l’insediamento del nuovo governo, si possa procedere in questa direzione. È importante ripartire per affrontare questo tema: con il precedente governo, nonostante i nostri appelli e le nostre richieste, e nonostante la situazione di grave incertezza che gravava e continua a gravare su imprenditori e operatori di un settore tradizionale e strategico come quello balneare, non c’era stato nessun ascolto e nessuna collaborazione: auspichiamo, quindi, una decisa inversione di tendenza”.
Fonte dell’articolo: mondobalneare.com
Servizio a cura di Carmine Caramante