Il Sindaco Alfieri spara nel mucchio. Ma è troppo facile prendersela solo con i cittadini. Impaurito, arrabbiato e ansioso, dopo 12 mesi di arresti domiciliari, il popolo fa quello che gli viene consentito di fare. Le tante persone in giro possono essere definite certamente irresponsabili, possono essere criticate, ma hanno semplicemente fatto quello che “blandi controlli” gli hanno permesso.
Al 26 novembre 2020 contavamo a Capaccio Paestum 83 positivi e 124 in quarantena fiduciaria. Da allora, ad oggi 14 aprile 2021, sul territorio di Capaccio Paestum abbiamo registrato un totale di 730 positivi (591 guariti e i 139 attuali). In pratica, in meno di 5 mesi, ovvero nel periodo della sola “seconda ondata”, sono stati finora ben 647 i casi di Covid-19 nel nostro comune. Troppi per una cittadina di circa 23mila abitanti in un territorio di 111km quadrati (Napoli è 117km quadrati) e con una bassa densità abitativa. È ora di iniziare a dire che qualcosa non ha funzionato. Ovviamente, il Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, è intervenuto prendendosela esclusivamente con i cittadini, additati di irresponsabilità, non rispetto delle regole e comportamenti che avrebbero favorito la diffusione del virus. Eppure, da parte di un primo cittadino, sarebbe anche opportuno attendersi un po’ di autocritica, su tutto quello che l’Amministrazione poteva fare e non ha fatto, o fatto con ritardo.
IL RITARDO NELLA COMUNICAZIONE DEI DATI ALLA POPOLAZIONE
Per 7 mesi totale oblio rispetto alla comunicazione giornaliera dei dati da parte dell’Amministrazione Comunale, eppure già molti organi di stampa locali e non locali evidenziavano fatti e casi di contagi a Capaccio Paestum. Già da marzo, moltissimi Sindaci diffondevano con regolarità il proprio bollettino Covid. Solo a partire dal 6 novembre 2020, dopo continue richieste da parte dei cittadini, si è deciso anche a Capaccio Paestum di fare il bollettino dei contagiati e dei guariti. Farlo già nei mesi precedenti avrebbe sicuramente contribuito a creare un clima di maggiore attenzione e rispetto delle regole. Per molti mesi, Capaccio Paestum è apparsa ai residenti come una cittadina “Covid Free”, con controlli blandi sulle restrizioni vigenti.
IL CONTINUO APRI E CHIUDI DELLE SCUOLE
Sulle scuole, anche in questo caso, si è fatta confusione. La scelta da parte del Sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri di riaprire le Scuole per l’Infanzia e le classi Prime delle Primarie nel periodo di novembre, quando in molti altri comuni circostanti erano chiuse, suscitò non poche proteste che portarono in breve tempo il Sindaco a recedere e a chiuderle. Proprio in questi giorni, si è verificata di nuovo la stessa cosa. In seguito all’aumento dei contagi tutt’ora rilevante, il Sindaco ha dovuto disporre una nuova chiusura per molti plessi del territorio. Possiamo capire che non è facile, che le decisioni si rincorrono con ordinanze nazionali e regionali, che il mondo della scuola e la continuità didattica in presenza sono un elemento cardine, ma riteniamo che i Sindaci debbano con nettezza e fermezza chiudere i plessi fino a quando non ci siano le condizioni idonee alla didattica. Il continuo apri/chiudi è più dannoso di una buona organizzazione e programmazione della didattica on-line a distanza.
L’ERRORE DI CONSENTIRE I MERCATI RIONALI
Permissivi si è stati anche su una delle poche cose su cui sono competenti di divieto i Comuni, i mercati rionali. Molti Sindaci italiani, campani e salernitani hanno già da mesi detto no ai mercati rionali. A Capaccio Paestum, l’ordinanza del Sindaco Alfieri è arrivata solo in data 18 novembre 2020, ovviamente in forma temporanea. Con una pandemia in corso da marzo e nonostante già da tempo tanti cittadini lamentavano la carenza di controlli e il non rispetto delle normative anti contagio.
UNA DIVERSA GESTIONE DEI FONDI STATALI PER LA SOLIDARIETÀ ALIMENTARE
Come è noto, il Comune di Capaccio Paestum, in base a quanto stabilito dall’articolo 2, comma 4, dell’Ordinanza del Capo della Protezione civile n. 658/2020, è stato destinatario fin da aprile 2020 e poi anche successivamente di dotazioni statali pari a circa 400mila euro da utilizzare per le necessità alimentari, in tempo di Covid, dei cittadini meno abbienti. Al momento, pare che risultino ancora inutilizzati circa 200mila euro. Finora, la scelta dell’Amministrazione Alfieri è ricaduta sempre sulla distribuzione di pacchi alimentari preconfezionati. Di buoni spesa, a Capaccio Paestum, nemmeno l’ombra. Eppure, sarebbe doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale, procedere con la più efficace distribuzione di buoni spesa. I buoni spesa avrebbero vantaggi non solo per le famiglie ma anche per le attività commerciali locali. Consentirebbero l’acquisto di generi di prima necessità presso gli esercizi di vicinato, che anch’essi stanno vivendo una condizione di difficoltà, a causa della pandemia. Ogni famiglia ha il diritto di scegliere i prodotti e il cibo da comprare in base alle diverse esigenze, a volte anche di tipo medico. I soggetti beneficiari del contributo, voluto dal Governo Italiano, sono i cittadini, pertanto l’acquisto dei prodotti deve essere effettuato direttamente dal soggetto beneficiario e l’intervento del Comune va limitato alla regolazione finanziaria dell’operazione, attraverso il pagamento previa presentazione, da parte dell’esercente, dei buoni trattenuti dal beneficiario, accompagnati dalle copie degli scontrini giustificativi dell’operazione.
COME HANNO GESTITO I FONDI GLI ALTRI COMUNI
Il modo più dignitoso, moderno ed efficace per realmente aiutare chi si trova in difficoltà in questo particolare momento, è stato, invece, diligentemente individuato da molti altri comuni italiani, tra i quali alcuni vicinissimi a noi. A Natale 2020 il Comune di Pontecagnano, ad esempio, ha consegnato a domicilio 760 buoni spesa, a famiglie individuate dal settore Politiche Sociali e dal Piano di Zona. Ugualmente ha fatto il Comune di Agropoli, con 750 nuclei familiari beneficiari di buoni spesa che hanno presentato domanda in risposta all’avviso pubblicato dal Comune di Agropoli. A Pasqua 2021 a Salerno sono stati distribuiti buoni spesa per 1535 famiglie salernitane in difficoltà. I beneficiari hanno ricevuto comodamente ed in forma riservata il buono spesa a casa. Tutte le domande sono state gestite dal Servizio Politiche Sociali del Comune di Salerno tramite piattaforme informatiche che assicurano tempi celeri, trasparenza ed equità nell’assegnazione del beneficio senza peraltro creare assembramenti presso le sedi municipali per il disbrigo delle operazioni.
Carmine Caramante