Aziende esposte a usura e riciclaggio. Durante la prima fase della pandemia, nelle sole provincie di Napoli e Salerno hanno cambiato proprietario oltre 1000 tra aziende e negozi. In Italia sono a immediato e grave rischio usura circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio.
Speculare sui bisogni è l’arte del profitto, e le organizzazioni criminali e i clan camorristici sono la massima espressione di quest’arte. La pandemia da Covid-19 lo ha confermato. Il lockdown e le chiusure forzate della Campania e dell’Italia intera ha avuto un grave effetto. Portare alla sofferenza e all’impossibilità di andare avanti migliaia di aziende. Le più appetibili sono state acquisite o compartecipate da società legate a clan e organizzazioni criminali. Oggi le mafie stanno via via abbandonando i traffici tradizionali (droga, usura, prostituzione, gioco d’azzardo) per assumere un profilo imprenditoriale. Investono gli enormi capitali sporchi in attività pulite, acquisendo aziende in difficoltà. Il Covid-19 è diventato il più grande affare della storia per le organizzazioni criminali. I lockdown e le chiusure benzina nel motore del Sistema.
INGENTE DISPONIBILITÀ DI CAPITALI E ZERO BUROCRAZIA
Le organizzazioni criminali hanno il vantaggio di disporre di una grande mole di liquidità e di non dover passare per le pastoie burocratiche. Quindi, in momenti critici, per aziende e imprese il rischio che si avvicinino soggetti che propongono, a vario titolo, di dare prestiti è un pericolo importante. Il periodo del lockdown ha bloccato quasi tutte le attività commerciali e imprenditoriali, ma ha lasciato spazio alla camorra, che ha sfruttato gli ingenti capitali a disposizione per investire sull’usura. Il welfare criminale, con soggetti che in determinati contesti fanno prestiti ed elargizioni alle aziende in crisi, per poi passare all’incasso di soldi ed interessi oppure, come nella maggior parte dei casi, impadronendosi della stessa attività.
Carmine Caramante
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