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DIPENDENTI PAISTOM – ANCORA NON LIQUIDATE LE SPETTANZE DALLA EX SOCIETÀ INTERINALE

La Costituzione Italiana recita all’art. 1 che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. All’articolo 4 si afferma che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Sulla base di questo, è dovere di un organo di informazione svolgere la propria attività avendo come primo proposito quello di dare visibilità alle rivendicazioni di chi vive di uno stipendio. Per questo insieme di motivi, ancora una volta, poniamo l’attenzione sulla situazione che vivono gli operai e i dipendenti della Azienda Paistom, società in house del Comune di Capaccio Paestum. Queste sono premesse necessarie, che richiamano i soggetti pubblici o privati datori di lavoro a promuovere le migliori condizioni per i lavoratori. Il Sindaco Franco Alfieri, in campagna elettorale, disse più volte che i dipendenti delle società partecipate avrebbero lavorato con “il sorriso sulle labbra”. Al momento, niente di tutto questo. Le decine di dipendenti della Paistom, più che col sorriso sulle labbra, lavorano con una spada di Damocle sulla testa, dovuta a contratti che definire precari è dire poco. Scadenze da uno a tre mesi, continue attese e speranze di rinnovo pongono il lavoratore in una posizione drammatica e poco edificante. Giovani e padri di famiglia che devono giorno per giorno sperare ed elemosinare una riconferma per evitare di finire in mezzo ad una strada. E sono in alcuni casi gli stessi che dal 2015 al 2018, grazie alle scelte volute dall’Amministrazione Voza, alla Paistom ebbero la tranquillità e la dignità di un contratto triennale con l’applicazione degli effetti dell’allora Jobs Act.

LA SITUAZIONE ATTUALE

A tutto ciò, si è aggiunto proprio in questi ultimi tempi il “passaggio di cantiere” dalla società di somministrazione Osmosi Spa alla Gi Group Spa, avvenuto a partire dal 14 novembre scorso, situazione che al momento sta creando ritardi rispetto a spettanze maturate e pregresse non ancora percepite dai 110 dipendenti. Infatti, la Osmosi Spa, non più titolare dell’appalto di somministrazione lavoro, doveva versare ad ogni dipendente la 13esima, la 14esima maturata da giugno a novembre 2020 e il TFR. Un gruzzoletto cospicuo per ognuno dei lavoratori, una somma che pesa per 110 famiglie soprattutto in questo particolare momento. Ad oggi, niente è arrivato a nessuno dei lavoratori. Dalla Osmosi Spa fanno sapere che il Comune di Capaccio Paestum, socio unico della Paistom, ha a sua volta dei ritardi nei pagamenti delle quote da riconoscere alla società interinale. Un rompicapo, che al momento si ripercuote solo sui lavoratori e le loro famiglie. A questo proposito, chiediamo al Sindaco Franco Alfieri di dare massima priorità a questa situazione e di fare tutto il possibile affinché ai 110 dipendenti Paistom siano al più presto, e in anticipo sul Natale, liquidate le loro spettanze. I sacrifici di chi lavora devono essere in cima ai pensieri di chi amministra.

Carmine Caramante

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