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DOSSIER CAPACCIO PAESTUM – I NUOVI CAPITOLI

Le opposizioni nei giorni scorsi hanno scritto al Ministro Lamorgese e al presidente della Commissione Antimafia Morra per chiedere verifiche su un possibile scioglimento del Consiglio Comunale di Capaccio Paestum in base a quanto previsto dall’art.143 TUEL.

Si arricchisce di nuovi ed inediti capitoli la vicenda che sta riguardando il territorio di Capaccio Paestum, emersa in seguito all’operazione “Croci del Silaro” che ha portato all’arresto dell’imprenditore Roberto Squecco e al provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Stefania Nobili, ex consigliere comunale e capogruppo della maggioranza Alfieri. In particolare, “Giustizia di Fatto”, nota Newsletter de “Il Fatto Quotidiano”, sta studiando con attenzione e pubblicando i documenti delle inchieste che ruotano intorno a Roberto Squecco e al Sindaco di Capaccio Paestum Franco Alfieri, non indagato nel procedimento di Squecco ma sottoposto ad indagini in un altro fascicolo del PM Montemurro con accuse di voto di scambio per fatti risalenti a quando era Sindaco di Agropoli. Dopo aver ricordato che la procedura di scioglimento e commissariamento di un ente comunale ha, come previsto dall’art.143 TUEL, carattere preventivo, su “Giustizia di Fatto” si afferma che: “Dall’analisi di queste carte, riteniamo che ci siano le condizioni per nominare una commissione d’accesso al Comune di Capaccio Paestum che avvii accertamenti doverosi in presenza di sospetti così gravi”. Il pm Francesca Fittipaldi, sostituto della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli, ha depositato al Riesame vari verbali di interrogatorio e pagine di brogliacci con intercettazioni ambientali, telefoniche e sms.

ESTRATTI DAL VERBALE DI ENZO SICA

Il 13 novembre 2019, il consigliere comunale Enzo Sica viene chiamato a deporre davanti agli agenti della Squadra Mobile di Salerno, agli ordini del dottor Marcello Castello. Argomento delle domande è la regolarità di alcuni appalti comunali. Ma ad Enzo Sica viene anche chiesto di ricordare se la sera del ballottaggio del 9 giugno 2019, che vide la vittoria di Franco Alfieri, davanti al suo studio medico qualcuno espose delle casse funebri. “L’episodio mi fu riferito – dichiara Sica a verbale – non l’ho visto coi miei occhi e non ho certezze se sia accaduto davvero”. L’informativa della Mobile interpreta così: “Il gesto, che senza dubbio è da ritenersi un atto intimidatorio nei confronti del neo eletto consigliere di opposizione, potrebbe ricondursi sempre a Roberto Squecco ed alle sue attività di pompe funebri, attese le modalità con cui sono avvenuti i fatti”.

LE INTERCETTAZIONI TRA SQUECCO E MIRARCHI

Ed ecco che dalle intercettazioni emerge un’altra circostanza, antecedente alle elezioni comunali, che gli inquirenti collocano come utile per ricostruire pezzi dei rapporti tra Squecco e Alfieri. Avvenuta nel 2018, anche questa inedita, riguarda il Lido Kennedy di Paestum, una delle proprietà dell’impero imprenditoriale di Squecco. Ufficialmente intestato a Stefania Nobili, il 20 marzo 2018 lo stabilimento balneare è sequestrato nell’ambito di un provvedimento antimafia ai danni di Squecco. Che a quel punto si rivolge a Pasquale Mirarchi, allora vice sindaco di Albanella e successivamente indagato per turbativa d’asta e arrestato nel maggio 2019 durante una perquisizione per colpa del rinvenimento di un’arma con la matricola abrasa. Mirarchi è un amico di Squecco, con lui ha spesso discusso di progetti comuni. Ma soprattutto “è politicamente vicino ad Alfieri”, si legge nell’informativa. Ed è vero, Mirarchi tra l’altro è stato uno dei 400 amministratori firmatari di un documento di sostegno alla candidatura di Alfieri nella lista Pd alle politiche 2018. Il 31 marzo e il 1 aprile Squecco e Mirarchi si sentono spesso. Squecco gli chiede di “aiutarlo” con un “intervento” su Alfieri. Il 2 aprile, Mirarchi chiama Alfieri e i due fissano un appuntamento per il giorno successivo a Ponte Barizzo, quando Alfieri sarà tornato da Napoli, dove lavora come consigliere per il governatore De Luca ai fondi dell’agricoltura. Grazie alle intercettazioni è possibile dimostrare che l’incontro tra Mirarchi e Alfieri è avvenuto poco prima delle ore 18 del 3 aprile 2018. Venti minuti dopo, Mirarchi è a Paestum. Per incontrare Squecco. I due colloquiano in macchina. La cimice registra. Mirarchi riferisce a Squecco l’esito del colloquio con Alfieri.

Mirarchi: “Però ti posso dire una cosa…non ci andiamo Robè…. Ha detto un giorno di tempo… dammi un giorno… perché ho detto Fra’…io voglio un piacere da te…ho detto…non mi…non mi… cioè questo mi serve veramente…perché non voglio che lo strappato… il cane morde sempre lo strappato…il cane morde sempre lo strappato… qua per un problema… un problema di una stupidaggine…a questo (Squecco, ndr) lo vogliono rovinare di tutte le maniere… io sono disposto pure io ad entrare io al posto di Roberto…mi devi dare giusto due giorni di tempo e vedo com’è la cosa e poi ti spiego…”.

Squecco: “Quello poi pensa che è intestato a me”.

Mirarchi: “Ma no! …Lo sa che è intestato a tua moglie …io gliel’ho detto guarda…il lido è intestato alla moglie…gliel’ho detto già …non ti preoccupare”.

Squecco: “Aspettiamo due giorni e vediamo”.

Mirarchi: “Aspettiamo che dice”.

Squecco: “Però ci dobbiamo dare addosso ué Pasquale…”.

Mirarchi: “Sì ti ho detto di sì”.

Squecco: “Perché se no questo si scorda…”.

Un anno dopo, nella primavera 2019, Alfieri sceglierà il Lido Kennedy per inaugurare la sua campagna elettorale da candidato Sindaco di Capaccio Paestum, insieme alla candidata consigliera Stefania Nobili. Che gli porterà in dote 348 voti. Da questa conversazione telefonica, seppur non clamorosa, emerge più che altro un quesito che, ad un’attenta lettura, lascia incuriositi. Perché mai Roberto Squecco, nel 2018, nel momento in cui il lido Kennedy viene sequestrato con un provvedimento dell’autorità giudiziaria, si rivolge a Mirarchi chiedendo di intercedere su Alfieri per un aiuto? Per quale motivo Roberto Squecco suppone che Franco Alfieri sia in grado di aiutarlo per recuperare il lido Kennedy? Sono domande che al momento non hanno risposte.

A cura di Carmine Caramante

*Fonte dell’articolo: ilfattoquotidiano.it – Giustizia di Fatto n.31. “Capaccio Paestum, tra camorra e bare esposte: le intercettazioni con l’uomo delle pompe funebri” di Vincenzo Iurillo.

 

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