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DOSSIER CAPACCIO PAESTUM – L’ATTENZIONE È ALTISSIMA. LO SCIOGLIMENTO È UN RISCHIO CONCRETO

La situazione è grave e alla ribalta nazionale. Capaccio Paestum ne sta subendo un danno d’immagine enorme. Le dimissioni (o l’autosospensione) dei consiglieri comunali di opposizione potrebbe essere il gesto simbolo che induca tutti ad agire per il bene del paese.

Quello che si sta consumando negli ultimi giorni rappresenta la pagina più nera che Capaccio Paestum abbia dovuto leggere. Siamo costernati nel dover registrare gli inqualificabili avvenimenti che hanno portato la nostra cittadina, patrimonio mondiale dell’umanità, su tv e quotidiani nazionali. Il blitz della Squadra Mobile e DDA di Salerno che ha portato all’arresto dell’imprenditore di Roberto Squecco ha generato ulteriori situazioni che minano l’immagine e il contesto politico amministrativo locale. Nell’ambito di tale procedimento giudiziario, è infatti finita ai domiciliari la capogruppo di maggioranza, consigliera Stefania Nobili. Inoltre, si è appreso dagli organi di stampa che l’attuale assessore comunale della giunta Alfieri, Gianfranco Masiello, dirigente Asl, possiede (o ha posseduto) quote di partecipazione azionaria con lo stesso Roberto Squecco in società in Romania oggetto del provvedimento di sequestro.

I CHIARIMENTI DELL’ASSESSORE MASIELLO

Si tratta di un errore di gioventù – ha precisato e chiarito l’Assessore Masiello – una goliardata di tanti anni fa, ma in realtà non ho più rapporti con Squecco dal 2012, anche perché l’ho denunciato due volte, in Italia e in Romania, quando mi sono accorto che la sua gestione, in qualità di amministratore unico, era tutt’altro che lineare e non aggiungo altro. Ho spiegato la mia situazione al sindaco e detto di non aver alcuna intenzione di dimettermi perché, ripeto, si tratta di due cose completamente separate fra loro”. Prendiamo ovviamente per buone le parole del dottor Gianfranco Masiello (che ribadiamo non essere assolutamente indagato nell’ambito di questi procedimenti). Tuttavia, preso atto del suo dichiarato distacco da Squecco, chiediamo allo stesso Assessore di chiarire se e perché sia ancora attualmente socio e non abbia ceduto o dismesso le suddette quote societarie.

LE PAROLE DEL SENATORE NICOLA MORRA (M5S), PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

Applicando per la prima volta una direttiva europea – dichiara Morra – inquirenti italiani sequestrano in maniera diretta un bene all’Estero, proprio nell’ambito dell’indagine che ha portato altre innovazioni nell’operato degli inquirenti. Sequestrati in via preventiva beni per un valore di 16 milioni di euro, una società con sede in Italia, due associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni a Capaccio e un terreno a Zimbor in Romania grazie al nuovo regolamento comunitario sulla reciprocità dei sequestri”. Morra, nel corso del suo intervento, ha poi menzionato la posizione del Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, affermando che “lo stesso Alfieri sia indagato in un altro filone di indagini del Pm Montemurro, che lo accusa di voto di scambio”. A questo punto, con non poca preoccupazione, chiediamo al Sindaco Alfieri di aggiornarci e di fornire chiarimenti esaustivi anche rispetto alla vicenda della primavera 2019 (perquisizione della DIA nei suoi uffici privati) in modo da sapere se lo stesso Sindaco risulti tutt’ora indagato oppure no.

IL RISCHIO CONCRETO DI SCIOGLIMENTO

Umilmente, facciamo notare, che la misura dello scioglimento del Consiglio Comunale (prevista dall’art. 143, T. U. 18 agosto 2000, n. 267) non ha natura di provvedimento di tipo sanzionatorio, ma preventivo, con la conseguenza che, ai fini della sua adozione, è sufficiente la presenza di elementi che consentano di individuare la sussistenza di un rapporto tra l’organizzazione criminale e gli amministratori dell’ente (Cons. St., sez. III, 10 gennaio 2018, n. 96; id. 7 dicembre 2017, n. 5782). Ciò mediante indici concreti, quali i vincoli di parentela o di affinità, i rapporti di amicizia o di affari, le notorie frequentazioni. Questa logica non ha finalità repressive nei confronti di singoli, ma di salvaguardia dell’amministrazione pubblica. Detto in altre parole, la Prefettura e il Ministero dell’Interno hanno la possibilità di dare peso anche a situazioni non traducibili in addebiti personali, ma tali da rendere plausibile, nella concreta realtà contingente e in base ai dati dell’esperienza, l’ipotesi di una possibile soggezione degli amministratori alla criminalità organizzata.

LE REAZIONI

POLICHETTI (UDC): “ALFIERI SI DIMETTA” – L’AFFONDO DEL SEGRETARIO PROVINCIALE UDC

Auspico che Franco Alfieri abbia la dignità di dimettersi da sindaco di Capaccio Paestum. Quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Salerno sul blitz ‘Le croci del Silaro’ mette in grave difficoltà il Comune”. Così Mario Polichetti, segretario provinciale dell’Udc, nonché vicesegretario politico regionale e responsabile nazionale politiche sociali, interviene sull’inchiesta che ha coinvolto la città dei Templi. “Alfieri vada ora a casa ed eviti il possibile scioglimento del Comune. Qualcuno dei vertici del Pd campano lo induca a pensare che c’è anche questa possibilità. Ho già attivato i parlamentari dell’Udc affinché si muovano in tal senso – ha detto Polichetti. “Ai vertici dell’opposizione di Capaccio Paestum chiedo di avere il coraggio di agire, perché in questi giorni ho sentito solo un silenzio assordante. Non ci si può nascondere dietro alle solite parole di facciata. Si dimettano, creino le condizioni per indurre Alfieri a mollare. Per governare la cosa pubblica bisogna essere come la moglie di Cesare, sopra ogni sospetto. A Capaccio Paestum, invece, il sospetto su questa vicenda è evidente. Non lo dice il sottoscritto, ma il lavoro della Dda salernitana”.

IANNONE (FDI): “IL VIMINALE INTERVENGA”

Gli intrecci con la politica locale e gli avvenimenti successivi al voto per l’elezione del sindaco del Comune di Capaccio Paestum impongono di svolgere ulteriori supplementi di indagine”, dichiara il fedelissimo di Giorgia Meloni. “Chiederò al ministro dell’Interno, nel pieno rispetto delle prerogative dell’autorità giudiziaria, di inviare una commissione d’accesso per fare piena luce sui legami e sull’eventuale mancato rispetto della trasparenza e della funzione di controllo. Ritengo – conclude Iannone – che sia un atto dovuto che il ministro Lamorgese intervenga per chiarire i possibili legami con la malavita e l’eventuale mancato rispetto della trasparenza e della funzione di controllo”.

ENZO SICA, CONSIGLIERE DI OPPOSIZIONE DI CAPACCIO PAESTUM

Una marea di messaggi di amici mi chiedono cosa sta accadendo a Capaccio Paestum, in prima pagina in questi giorni per notizie e definizioni che di certo non ci meritiamo. La nostra economia, le nostre aziende turistiche, i nostri poderi, i nostri commercianti, i professionisti di Capaccio Paestum, si sono sporcati di polvere, di fango, di letame pure, ma non di malaffare. Dunque siamo estranei e lontani anni luce dai metodi e dai sistemi degli affari deviati. Un’ombra strana però ci sta oscurando con danni immensi alla credibilità delle istituzioni locali ed alla nostra economia. Sono sorpreso, preoccupato. Tutto ciò che dovrà emergere, emergerà a prescindere da tutto, per far giustizia dei colpevoli e restituire dignità agli innocenti. Temo solo che il precipitare degli eventi possa farci giungere ad un commissariamento, una iattura vera. Lo temo e ritengo che dovremo fare ogni azione utile ad evitarlo. Anche un passo indietro un minuto prima che ciò dovesse malauguratamente accadere. Qui, in questo paese, vivono i nostri figli. Sarebbero la prima generazione a doversi vergognare della generazione dei padri”.

A cura di Carmine Caramante

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