Si rifarà la nuova pista ciclabile intercomunale Salerno, Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Bellizzi, Eboli, Capaccio Paestum, Agropoli e Castellabate. E Capaccio Paestum sarà ente capofila e stazione appaltante dei 21.047.850,91 euro concessi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il solo bando per l’incarico di progettazione definitiva ed esecutiva vale 384.422,06 euro.
Ci sta poco da fare. Il popolo ormai è un organismo senza difese. Succede che 5 o 6 Sindaci partoriscono un progetto scellerato e buttano nel cesso 21 milioni di euro di soldi pubblici in un momento di crisi economica planetaria. E poi si ha anche il coraggio di chiedere alla gente di recarsi alle urne il 25 settembre. Per fare cosa? Per produrre altri sprechi? In pratica, 20 anni dopo, la politica ci riprova. Nonostante un’identica pista ciclabile, ubicata lungo la litoranea da Salerno ad Agropoli, costata 12 milioni di euro nel 2002, si sia già rivelata inutile, senza senso e oggi relegata al degrado e all’abbandono. Quella che, qualche anno fa, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Michele Oricchio, definì “la pista degli sprechi”, quella sulla quale non è mai passata una bicicletta. Come se la gente avesse la memoria corta o fosse rimasta indifferente o non abbia visto, da 20 anni a questa parte, la fine che ha già fatto la “pista più lunga d’Italia” (così fu trionfalmente battezzata nel 2002) da Salerno ad Agropoli. Ancora una volta, i cittadini che pagano le tasse, e che per farlo devono tirare la cinghia, e gli imprenditori che sono vessati da imposte e orpelli di ogni genere, e che devono faticare per mandare avanti le loro aziende, sono costretti ad assistere indifesi ad uno spreco di soldi pubblici.
Carmine Caramante