A cura di Carmine Caramante –
Tempo fa abbiamo ironizzato, ma neppure tanto, sul fatto che la gestione politica e amministrativa della Sanità nel nostro comprensorio Cilento-Piana del Sele fosse un tentativo per fronteggiare la crisi economica e la limitazione delle risorse di sostentamento per ciascun individuo vivente. Ovvero l’idea di accelerare la mortalità, diminuire la longevità e far scendere il numero di abitanti sui territori. Ovviamente, la nostra è ironia, ma di fronte ad un’escalation di questo tipo (che mette a repentaglio le aspettative di vita di ogni singolo cittadino) si resta davvero increduli e basiti. Prima la riduzione di Agropoli ad ospedale fantasma, poi la degradazione ad “Ospedale di Comunità” del nosocomio di Roccadaspide. Il tutto corredato dalla soppressione dell’ambulanza rianimativa per tutta l’area cilentana, lasciando sguarnito un territorio della provincia che bisognerebbe invece rafforzare.
A CAPACCIO SCALO LA GUARDIA MEDICA OPERA A MEZZO SERVIZIO
Come se non bastasse, Capaccio Paestum è anche fortemente penalizzata dal depotenziamento, avvenuto già a partire dalla scorsa estate, del Psaut (Guardia Medica) di Piazza Santini. Ed è proprio uno degli operatori che ha denunciato il grave problema e chiesto alle autorità politiche di fare qualcosa di concreto e non continuare con chiacchiere e promesse. Ormai il presidio di Guardia Medica di Capaccio Scalo opera solo con 1 medico e 1 infermiere. Quando l’Ambulanza esce per un’emergenza, il Psaut resta addirittura scoperto. Siamo in balia di una politica politicante che non sa programmare, non sa utilizzare le risorse di cui dispone e che non riesce a riconoscere quali siano per un territorio e per i cittadini le reali priorità. I responsabili sono ben noti, una filiera istituzionale che dalla Regione passa per la Provincia di Salerno, l’ASL e i Comuni. La soluzione: mandare a casa tutti e farlo molto presto.