Per il Sistema Italia gli immigrati sono una necessità. Solo loro possono salvarci dal decremento demografico e dal fallimento del sistema pensionistico.
Colonialismo storico, colonialismo corporativo e cambiamenti climatici continuano a nutrire la migrazione. Ciò potrebbe costituire una grande opportunità, in termini non solo morali, ma prettamente economici. L’Europa sta registrando un tasso di crescita al di sotto di quello di fertilità. Il più basso è in Italia (fra il 2018 e il 2019 si è passati da 1,29 a 1,27 figli per ciascuna donna, un dato che lascia presagire un inesorabile invecchiamento della popolazione italiana). Il contributo apportato dal fenomeno immigrazione è notevole dal punto di vista dell’incremento demografico e sul piano occupazionale, specie nelle zone in via di spopolamento, che perdono gradatamente figli e manodopera. Ma anche chi non è immigrato ne beneficia grazie alle rimesse. La crescita del reddito degli emigrati è il miglior modo di aiutare i poveri nel mondo, perché le rimesse arrivano alle famiglie di origine: sono i poveri che aiutano i poveri. Si tratta di incentivi di gran lunga più efficienti degli aiuti statali, di cui si impossessano le élite corrotte locali. Non meno drammatico, lo scenario delle pensioni in Italia, le cui riserve sono in via di esaurimento per carenza di lavoratori attivi (secondo i calcoli della Uil, i tagli comporteranno una riduzione degli assegni tra i 100 e i 170 euro per il rateo mensile). Gli immigrati sono una necessità: sono più giovani e lavorano sodo. Il problema, se mai, sarà che non ne arrivano abbastanza, stante l’intensificazione delle restrizioni e delle cautele adottate per contenere (o col pretesto di contenere?) la diffusione del Covid 19. Peraltro, le radici di odio e paura affondano nel sistema delle caste. Il populismo insegna ad incolpare l’immigrato per ogni difficoltà legata all’inserimento lavorativo. Hannah Arendt spiega bene questa relazione tra massa e capitale: i ricchi sanno che la rabbia dei disperati coi forconi è manipolabile, così tanto da indurli a credere che essi tentano di entrare nel Paese per toglierci il lavoro. “Argomentazione falsa, ma raccontata bene” commenta Suketu Mehta, scrittore indiano e attivista per i diritti dei migranti, in un’intervista rilasciata per La Repubblica “L’unico modo per combatterli è raccontare una storia vera e raccontarla meglio”.
Milena Cicatiello
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