Premessa importante: si tratta di un’iniziativa di un privato, di un’azienda del settore, evidentemente. E noi siamo sempre vicini a chi vuole fare impresa. Pertanto, facciamo alla ditta installatrice i migliori auguri per l’imminente primo giro di inaugurazione. Detto questo, il paesaggio di Capaccio Paestum però è il nostro, dei cittadini. Quindi, con altrettanta sincerità, dobbiamo dire alcune cose. L’impresa privata, giustamente e dal canto suo, aveva chiesto un’area adiacente a quella archeologica, laddove era più facile intercettare flussi di persone e dove esiste un panorama che è quello dei Templi. Gli organi competenti hanno bocciato l’ipotesi. Successivamente, evidentemente dietro consiglio di qualche buontempone, è uscita fuori la location attuale.
Qualcuno ora dirà “Ma non vi va mai bene niente?”. Sinceramente, la risposta è altrettanto scontata. Ci sforziamo, ma non riusciamo a plaudire alla presenza sul territorio di una ruota panoramica dell’altezza di 55 metri a ridosso di una pineta, che in linea d’aria tange una strada e accanto ad una RSA per anziani. Una ruota panoramica laddove non vi è alcun monumento di interesse storico, culturale o sociale da vedere da un’alta prospettiva se non alberi e mare e le tante seconde case di Via Sterpinia che, dagli anni ‘70 ad oggi, hanno devastato il territorio e il tessuto connettivo della zona costiera. Naturalmente, ognuno si farà la sua opinione. Personalmente, andremo anche a fare un giro sulla ruota per soddisfare la nostra curiosità e per avere un punto di osservazione sul territorio, una sorta di volo topografico per poter constatare le scelleratezze urbanistiche con le quali si è sviluppata la nostra edilizia negli ultimi 50 anni. E un giro sulla ruota lo faremo volentieri anche perché il pagamento di un biglietto è cosa giusta e dovuta verso chi ha scelto di investire sul nostro territorio.
Carmine Caramante
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