I casi della Piana del Sele e dell’Agro Nocerino Sarnese, dove negli anni si sono verificati numerosi commissariamenti, mettono in guardia il prefetto salernitano che accende i riflettori anche sul recente caso che ha interessato la città di Eboli
“Non sono solo i politici a soffrire l’influenza negativa dei clan camorristici sul territorio salernitano, ma anche i burocrati dei Comuni”. Lo ha detto lo scorso mese di ottobre, in audizione alla Commissione Nazionale Antimafia, il prefetto di Salerno Francesco Russo. Russo ha portato gli esempi dell’Agro Nocerino e della Piana del Sele dove si sono verificati, nel corso degli ultimi anni, vari commissariamenti delle amministrazioni locali. Il prefetto Francesco Russo mette in guardia da possibili infiltrazioni dei clan mafiosi all’interno dei comuni. Nel territorio salernitano, in particolar modo nella Piana del Sele e nell’Agro Nocerino Sarnese, sono stati diversi i commissariamenti delle amministrazioni locali. Scafati, Pagani, Battipaglia, Angri. Sono solo alcuni dei recenti casi. Al quale si aggiunge la vicenda Eboli, dove lo scorso 9 ottobre il Sindaco Massimo Cariello è stato sottoposto a misura cautelare e sospeso dalla sua funzione. “Un fenomeno che in Prefettura hanno evidenziato già da tempo ed è quello – dice Russo – di una sostanziale difficoltà da parte delle strutture amministrative e degli enti locali di esprimere compiutamente un corretto concetto di legalità dell’azione pubblica”. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, il riferimento alle azioni censurate finora dalla magistratura dei funzionari del Comune di Eboli, indagati a vario titolo nell’inchiesta che ha portato, lo scorso 9 ottobre, il sindaco sospeso Massimo Cariello agli arresti domiciliari. “È necessario divenire a forme di maggiore obiettivizzazione delle dirigenze amministrative dei Comuni”, ha detto Russo parlando ai parlamentari riuniti a Palazzo Macuto sotto la presidenza di Nicola Morra.