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L’ASTA BENI EX ERSAC DIVENTA UN CASO

Con verbale n. 3 del 26.09.2023 (prot. n. 39225), l’apposita Commissione ha sospeso la procedura di asta pubblica di beni immobili di proprietà ex Ersac e oggi comunale siti nel Comune di Capaccio Paestum in località Borgo Gromola, via Fornilli e viale degli Ulivi a Spinazzo. La Commissione lo ha ritenuto opportuno in seguito a due ricorsi al TAR, pervenuti al protocollo comunale in data 19.09.2023. Va precisato che la stessa Commissione Comunale, con verbale n. 2 del 05.09.2023, aveva provveduto ad aggiudicare in via provvisoria i beni relativi all’asta pubblica in base alle istanze di richiesta pervenute.

IL BANDO E L’ASTA PUBBLICA

Il Comune di Capaccio Paestum, già a partire dagli anni 2015 e fino al 2020, ha ottenuto il trasferimento a titolo gratuito di tutti i beni dell’ex “Riforma Fondiaria” avvenuta negli anni ‘50. Numerosi sono gli immobili che insistono sul territorio comunale, tra cui strade, case, fabbricati e aree ricadenti nelle borgate di Spinazzo, Gromola e in via Fornilli a Capaccio Scalo. La maggior parte degli immobili sono attualmente occupati dagli assegnatari originari, in virtù di contratti stipulati all’epoca con l’ex Ersac. L’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Franco Alfieri, in data 28 luglio 2023 e con scadenza del bando al 28 agosto 2023, ha messo in vendita tramite asta i seguenti beni: un terreno situato in via Borgo Gromola a 27.500,00 euro; nove immobili in via Borgo Gromola, acquistabili a prezzi variabili tra 26.125,00 e 115.230,00 euro; tre immobili in via Procuzzi, a 96.876,92 euro, 85.819,44 euro e 127.000,00 euro; cinque immobili in area urbana, in via Procuzzi a Gromola, che vanno da 20.000,00 a 127.449,52 euro; tredici immobili in via Fornilli, con prezzi variabili da 1.260,00 euro a 80.431,05 euro.

LE PERPLESSITÀ E LE CAUSE OGGETTO DI RICORSO

Su questo bando e su questa operazione di alienazione di immobili comunali abbiamo posto l’attenzione già da mesi. Un intervento per fare cassa, appostare in Bilancio una cifra consistente in entrata (circa 1.4 milioni di euro a base d’asta – cifra di molto cresciuta in seguito alle istanze di acquisto pervenute) utile a colmare le falle di un Bilancio Comunale che per il Comune di Capaccio Paestum presenta sempre maggiori criticità dovute ai tanti mutui fatti dall’attuale Amministrazione per opere inutili e incompiute. Da subito avevamo posto l’accento su alcune cose, siamo oggi rallegrati nel constatare che i cittadini che hanno fatto ricorso al TAR e i loro legali ne hanno ulteriormente evidenziato altre. Le questioni che esporremo sono alquanto tecniche, ovviamente cercheremo di farlo in modo il più possibile comprensibile ai più, ma ci scuserete certamente se scadremo nel burocratese puro e nell’essere prolissi. Su queste questioni, naturalmente, saranno i giudici del TAR o eventualmente del Consiglio di Stato a dover stabilire e giudicare in modo definitivo.

IL PIANO GIURIDICO

La prima e più evidente cosa che balza all’occhio è che l’Amministrazione Comunale nel formulare l’avviso di asta pubblica non ha tenuto conto di quanto è specificato nell’atto pubblico di trasferimento a titolo gratuito di questi beni, stipulato con la Regione Campania (n. 4148 del 16.07.2020). In tale atto, è sancito che per le unità abitative ex Ersac trasferite al Comune di Capaccio Paestum permane da “applicare la disciplina della Legge n. 560/1993” che “equipara gli alloggi acquisiti dagli Enti di Sviluppo agli alloggi di edilizia residenziale pubblica”. Da questo assunto di fondo, ne consegue una serie di motivazioni che renderebbero nullo tutto il procedimento:

  • Le unità abitative, essendo equiparate ad edilizia residenziale pubblica (edilizia sociale), non potevano essere oggetto di vendita all’asta se non per determinate “categorie sociali”;
  • Per tali immobili il prezzo calcolato a base d’asta prevedeva la detrazione di 1/3 del valore;
  • Come detto, essendo edilizia sociale, non è consentita la partecipazione all’asta pubblica da parte di società ma soltanto di persone appartenenti a ben distinte categorie sociali sulla base di fasce reddituali e altri parametri.

IL PIANO POLITICO

Questa vicenda, indipendentemente dal come si concluderà, dimostra la totale debolezza della politica finanziaria dell’Amministrazione Alfieri. Ormai i mutui sono diventati troppi, troppo alta è diventata la somma in Bilancio dei crediti inesigibili, nonostante una mole notevole di continui accertamenti tributari. Ricorrere a frettolose alienazioni di immobili come questa, fatta con un bando ferragostano, testimonia che si sta raschiando ormai il barile. A tale proposito, va inoltre detto che eventuali proventi (e sottolineiamo a questo punto la parola “eventuali”) derivanti dalla vendita di immobili di edilizia residenziale pubblica hanno natura di entrata vincolata a una destinazione specifica (scopi sociali) e non possono essere distratti per situazioni di bilancio. Non lo diciamo ovviamente noi, ma la Corte dei Conti Puglia sez. reg. contr. – 09.04.2020, n. 31.

IL PIANO ETICO

Per molti filosofi l’etica era ed è tutto. Di certo, per chi fa politica ed amministra una comunità l’etica deve venire prima di ogni cosa. Bisogna “stare dalla parte dei cittadini”, questo postulato è il comportamento da seguire in ogni azione. In questo caso che vi abbiamo esposto e documentato, riteniamo che l’Amministrazione Alfieri non è stata animata da un comportamento etico allorquando ha deciso di mettere all’asta case di persone assegnatarie della Riforma Fondiaria che vivono in quelle abitazioni da 70 anni, costringendo alcune di esse (chi se lo poteva permettere) a dover reperire in pieno periodo di ferie estive ingenti somme economiche pur di non perdere il proprio domicilio e di fatto ricomprare la casa in cui hanno vissuto fino ad oggi. Si è parlato nel bando di una “prelazione per gli assegnatari Ersac”, in pratica per chi abita le case. Abbiamo dovuto però constatare che trattavasi di prelazione assai relativa, poiché obbligava comunque l’assegnatario Ersac a dover pareggiare l’offerta eventualmente pervenuta. Alcuni, quindi, si sono trovati nell’assoluta impossibilità di gareggiare e/o pareggiare l’offerta fatta da società dal fatturato milionario.

Carmine Caramante

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