Ricordate qualche anno fa l’iniziativa del “pesce mangia plastica” per la raccolta dei rifiuti. Installati su molte spiagge italiane (in foto Sicilia e Puglia), questi simpatici e caratteristici contenitori si presentarono come un modo semplice e innovativo per sensibilizzare i cittadini alla pulizia delle spiagge, alla corretta raccolta differenziata e per diffondere una sana cultura della sostenibilità ambientale. Nei pesci contenitori possono essere depositate bottiglie e materiali di plastica utilizzati dai bagnanti sui litorali. I pesci, coloro i quali subiscono la presenza in mare della plastica e spesso ne sono vittime, diventano simbolo di lotta e di difesa del mare.
CAPACCIO PAESTUM COPIA MALE E PRODUCE TETANO
Anche a Capaccio Paestum l’Amministrazione Comunale ha voluto scimmiottare l’iniziativa con risultati estetici, funzionali e di durata assolutamente improduttivi. Anzi, a dir poco lesivi del buon gusto e dell’immagine del territorio. Oggi infatti, come si evince dalle foto, campeggiano sulle spiagge, a ridosso del lungolidi, vere e proprie carcasse di metallo arrugginito, la cui forma non abbiamo capito neppure quale fosse inizialmente. Certamente non quella vicina alla simbologia di un pesce, probabilmente qualcosa che si avvicina maggiormente a quei contenitori in metallo che si utilizzano nei pollai.
Questo è un esempio evidente, oltre che di incuria, scelta di materiali sbagliati e mancanza di senso del messaggio e del gusto, di quella incompiutezza e dannosità insita in chi fa le cose tanto per farle, per dimostrare solo di averle fatte.
L’Amministrazione del fare, dicono i plaudenti cortigiani. L’Amministrazione del fare male spendendo soldi dei contribuenti senza alcun risultato se non il deturpamento del paesaggio circostante, diciamo noi. Una perdita netta sotto tutti i punti di vista. Ora, non resta che rimuoverle ed andare a pagare pure le spese di smaltimento, visto che, così arrugginite, queste caiole non se le prendono neanche per ferro vecchio.