Capaccio Paestum ha il depuratore dal 2001. Una conquista, un’opera che 20 anni fa sembrava avveniristica ma che l’allora Sindaco Pasquale Marino perseguì con determinazione ed attenzione. Costò 40miliardi di lire, tutti fondi europei, nessun mutuo.
Secondo l’indagine di Legambiente in Campania sono 44 i comuni senza servizio di depurazione per una popolazione residente di 451.481. In particolare, in Campania i dati resi disponibili dall’Arpac, relativi ai controlli svolti nei primi nove mesi del 2020 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, confermano la cronica criticità della situazione: su un totale di 145 controlli eseguiti nella regione Campania, il 40% è risultato “non conforme”, con punte del 67% per gli impianti della provincia di Benevento e Avellino e a seguire del 54% per quelli della provincia di Salerno e del 35% per quelli della provincia di Caserta.
Capaccio Paestum ha il depuratore dal 2001
Una situazione allarmante per la Campania e la Provincia di Salerno, che vede però Capaccio Paestum tra i comuni più virtuosi, dotatosi di un impianto di Depurazione (sito in località Varolato) fin dal 2001. Ecco, quando si parla di Amministrazioni passate e di chi ha realizzato con fondi europei (senza fare mutui e debiti) opere realmente utili per il territorio, bisogna ricordarsi del Depuratore, tra le tante altre cose. Una conquista, un’opera che 20 anni fa sembrava avveniristica ma che l’allora Sindaco Pasquale Marino perseguì con determinazione ed attenzione. Un impianto di depurazione, il nostro, costato 40 miliardi delle vecchie lire, progettato per servire un’utenza di 200mila persone. Dopo due decenni, noi capaccesi stiamo ancora aspettando che i comuni limitrofi (alcuni dei quali si sono negli anni autocelebrati per il “buon governo”) si adeguino o almeno riescano ad allacciarsi al Depuratore di Capaccio Paestum. Un servizio integrato sostenibile è, infatti, centrale per andare nella direzione prevista dalle direttive comunitarie.
Carmine Caramante