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L’UNITALSI DA PAPA FRANCESCO

Unitalsi Capaccio Paestum in udienza dal Papa in Vaticano lo scorso 14 dicembre. La photo gallery della giornata.

Lo scorso 14 dicembre, le attività celebrative del 120° della fondazione dell’Unitalsi (1903-2023) si sono concluse con l’Udienza, con Papa Francesco, in Aula Paolo VI in Vaticano. Sono stati circa 4.000 i soci volontari, di cui 1.350 ammalati e disabili, a rappresentare la grande comunità dell’Unitalsi, che ha raggiunto la Capitale da tutte le Sezioni e le Sottosezioni d’Italia. In occasione dell’anniversario di fondazione, il Capo dello Stato, ha destinato quale suo premio di rappresentanza, la Medaglia del Presidente della Repubblica all’Unitalsi. Un riconoscimento che evidenzia il valore istituzionale e di alto interesse sociale dell’Associazione e che è stato accolto e condiviso con tutti i soci presenti in Aula Paolo VI durante l’Udienza con il Santo Padre. Durante l’udienza il Presidente Nazionale Unitalsi Rocco Palese ha donato al Santo Padre una piccola statua di bronzo raffigurante il logo celebrativo del 120° anniversario di fondazione.

Il discorso di Papa Francesco all’Unitalsi
Fonte: Press Vatican – Bollettino della Stampa della Santa Sede

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti tutti!

Sono contento di incontrare l’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (UNITALSI), nata 120 anni fa. La vostra presenza numerosa e variegata – malati, persone con disabilità, volontari, barellieri, famiglie, operatori sanitari, giovani, sacerdoti – testimonia la bellezza di una Chiesa che sa accompagnare, una Chiesa che sa prendersi cura dei più deboli, una Chiesa che sa annunciare il Vangelo nella carità operosa. Grazie, grazie tante per quello che fate! Non stancatevi di andare controcorrente in un mondo che, in nome del benessere e dell’efficienza a tutti i costi, emargina e scarta. Vi incoraggio nel vostro prezioso servizio, e lo faccio riferendomi ai simboli che avete posto nel logo dell’anniversario: il bastone e i sandali, segni del pellegrino, e la Vergine. Un invito a custodire lo spirito del pellegrinaggio, animato dal Vangelo, e a tenere lo sguardo su Maria. Il pellegrinaggio è al centro della vostra opera, da quando il giovane Giovanni Battista Tomassi, affetto da artrite deformante irreversibile, fondò l’UNITALSI dopo aver sperimentato il conforto della preghiera durante un viaggio a Lourdes. Nella città mariana aveva immaginato di togliersi la vita e invece, proprio lì, ritrovò il senso profondo del suo essere, lì trovò la forza della fede. Anche oggi i pellegrinaggi che organizzate sono un balsamo per le ferite di tante persone con disabilità, malate, anziane o bisognose di aiuto, che accompagnate a Lourdes e negli altri principali santuari italiani ed esteri. Sono viaggi per la vita, viaggi di guarigione – in diverse dimensioni –, che promuovono la dignità di ogni esistenza umana, soprattutto segnata dalla malattia, dalla fragilità e dalla sofferenza. Nei pellegrini – come siamo tutti noi in questo mondo – si riflette il volto di Cristo, che ha preso su di sé le nostre infermità per impregnarle con la forza della Risurrezione. L’esperienza del pellegrinaggio ha in sé i valori dell’accoglienza, dell’ospitalità, della solidarietà, e nelle vostre iniziative mette sulla stessa strada persone sane e malate, anziani e giovani, consacrati e laici; così diventa segno vivo di una Chiesa che cammina insieme, che supporta chi non ce la fa e che non vuole lasciare indietro nessuno. È immagine della Chiesa “ospedale da campo” che, come il buon Samaritano, si accosta con compassione e fascia le ferite versandovi olio e vino (cfr Lc 10,34). E tutto in silenzio, tutto con discrezione, perché davanti alla sofferenza le parole devono lasciare spazio alla vicinanza e ai gesti di tenerezza. Mi raccomando: sia sempre questo il vostro stile! La vostra Associazione, diffusa e radicata in modo capillare nel territorio italiano, assicura un punto di riferimento per le famiglie e le comunità, svolgendo una funzione di presidio per la vita nella fragilità. Allo stesso tempo, svolge un’opera di evangelizzazione e di apostolato. Lo fa sine glossa, come direbbe San Francesco, ovvero con i fatti, con l’esempio, con un annuncio che ha il sapore della concretezza. È questo un linguaggio che può parlare a tutti, come vediamo nel Vangelo, quando la gente cercava Gesù perché in Lui sentiva la forza di Dio che guarisce, di Dio che perdona, di Dio che consola, di Dio che dà speranza. La Parola di Dio sia sempre il vostro nutrimento e anche il vostro “bastone”, che vi sostiene nel cammino, per non vacillare anche quando la strada si fa ardua e le forze sembrano venire meno. E poi, cari amici, confidate in Maria. Il suo abbraccio è spesso la meta dei vostri pellegrinaggi. Continuate a cercarla, a contemplarla, a invocarla, a deporre ai suoi piedi le fatiche, le angosce, i dolori che ognuno porta con sé. In questo anniversario avete voluto che l’effige della Madonna di Lourdes visitasse l’Italia, con una peregrinatio attraverso le vostre Sezioni locali, coinvolgendo migliaia di persone, nelle chiese, negli ospedali, nelle case di riposo e di accoglienza, nelle carceri. E oggi è arrivata anche qui. Vi ringrazio tanto! In questi giorni che ci conducono al Natale, la figura di Maria ci appare ancora più familiare, più vicina: guardiamola e lasciamoci guardare da lei, per imparare a dire “sì”, ad accogliere i progetti di Dio senza paura, e a prenderci cura dei più piccoli e indifesi. Lei, la Madre pellegrina nella fede e nella speranza, accompagni i passi della vostra Associazione. Benedico tutti voi e benedico il vostro servizio. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.

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