Impacchettato l’autovelox di Agropoli. L’apparecchio per il controllo elettronico della velocità sarà presto rimosso. L’Anas, la società che gestisce la Cilentana, ha provveduto nei giorni scorsi a coprire il famigerato autovelox di Agropoli con un telo plastico nero. Potrebbe essere lo scandalo più grande e più scellerato degli ultimi 20 anni sul nostro territorio. 27.000 le multe comminate. Sanzioni che mediamente si aggiravano attorno ai 200 euro e seguivano l’iter coattivo di riscossione se queste non venivano pagate. Con ingiunzioni di pagamento, fermi amministrativi e persino pignoramenti. Moltissime le pene accessorie, come la decurtazione dei punti o, in alcuni casi, il ritiro della patente stessa. Automobilisti vessati e costretti a pagare multe salatissime per aver superato il limite imposto su una Strada Statale a media velocità di scorrimento. Una storia allucinante che potrebbe far cadere giù tutto. Ad interessarsi in prima persona è l’avvocato Giuseppe Russo presidente dell’associazione “Noi consumatori di Castellabate” che ha avviato la più grande legal action di risarcimento danni che ci sia mai stata nel Cilento. La somma ammonterebbe, per adesso, a circa 5 milioni di euro che il Comune di Agropoli, già in emergenza finanziaria, dovrebbe restituire a migliaia di cittadini. Inoltre, i gruppi consiliari di minoranza del Comune di Agropoli hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti.
I FATTI
Il 26 novembre del 2018, la Provincia di Salerno comunica al Comune di Agropoli che da quel momento il proprietario della Strada Statale n.18 (dove è posizionato l’autovelox) è l’Anas. Dunque, il Comune avrebbe dovuto contattare la società proprietaria della Strada Statale n.18 per far aprire un’istruttoria sull’autovelox e verificare se avesse i requisiti per l’attivazione. Il Comune di Agropoli ha recapitato all’Anas la documentazione tentando di far valere le proprie ragioni. Ma il 16 gennaio 2020 l’Anas ha rigettato la richiesta e negato l’autorizzazione per l’attivazione dell’autovelox. Il 28 febbraio scorso, il Ministero dei Trasporti ha bocciato in modo definitivo l’installazione dell’apparecchio avanzando criticità sul posizionamento dello stesso che non era visibile in direzione sud e in direzione nord, inducendo l’automobilista all’errore. Inoltre, la bassa velocità consentita aumentava i rischi di brusche frenate improvvise sulla carreggiata. Infine, il trattato di strada in questione è il meno pericoloso di tutta la SS18, il che, secondo l’Anas, non giustifica la presenza di un autovelox.
Arturo Sica