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NON FU UNA CAPITOZZATURA – IL TERMINE ESATTO È STRAGE

Non è stata una capitozzatura, ma un’autentica strage. Sono più di 40 gli alberi totalmente soppressi. Su altri, i danni sono evidenti. Viale della Repubblica è una strada provinciale. Il tratto in cui sono stati tagliati gli alberi ha pertinenze sia da parte del Comune di Capaccio Paestum che del Consorzio di Bonifica di Paestum. Sono questi tre Enti che devono dare spiegazioni su quanto fatto. Per alberi, piante e patrimonio naturale a Capaccio Paestum è un brutto momento. Anche sulla fascia costiera. L’idea del Sindaco Alfieri e della sua Amministrazione è quella di trasformare la pineta in un parcheggio con interventi di disboscamento. In particolare il primo tratto alle spalle della spiaggia che contiene la macchia mediterranea fondamentale per la protezione della duna. Per fortuna, l’Ente Riserva Foce Sele- Tanagro ha finora negato tutti i pareri necessari per l’intervento.

Il recente decreto del 10 marzo 2020 del Ministero dell’Ambiente riferito ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) nella gestione del verde urbano vieta la capitozzatura e la cimatura eccessiva degli alberi. Ma non sono previste pene per i trasgressori.

Nell’ultimo anno, gli alberi di Viale della Repubblica, nel lungo tratto di strada che congiunge Capaccio Scalo con Laura, hanno subito una intensa “capitozzatura”. Una tipologia di taglio indiscriminato che interessa indistintamente porzioni di fusto, branche primarie e grossi rami e che da anni è in uso. Ovviamente, recandoci sul posto, abbiamo constatato che molte piante, circa 40, sono state invece tagliate alla base come si evince dalle foto, e questa non è una capitozzatura ma una vera e propria soppressione. Volendo fare chiarezza su questa pratica della capitozzatura, abbiamo chiesto il contributo di tecnici qualificati, i quali ci ha detto che: “È necessario precisare in via preliminare che questo tipo di interventi sul patrimonio arboreo sono azioni inutili e dannose che non hanno nulla a che fare con le buone pratiche di gestione del verde previste dalla moderna arboricoltura. Infatti, la capitozzatura, ovvero taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest’ultimo o una parte della chioma, dopo una rimozione più o meno drastica, rappresenta la principale minaccia per gli alberi riducendone drasticamente le aspettative di vita e trasformandoli in fonti di rischio per la pubblica incolumità in aree ad elevata fruizione.È bene precisare che le giustificazioni/motivazioni che vengono solitamente avanzate da chi autorizza ed esegue questo tipo di interventi sono totalmente prive di fondamento tecnico-scientifico”. Il dottore agronomo Daniele Zanzi, grande esperto di alberi a livello internazionale ha chiarito che: “Sul termine capitozzatura vi è una grande confusione. Le mutilazioni, che i nostri occhi stentano a tollerare, non sono potature, sono solo crimini contro la natura. Vi sono moltissimi capitozzi malcelati. Anche un bambino capirebbe che un albero ridotto ad appendiabito è una mutilazione intollerabile, non c’è bisogno di un tecnico per riconoscerlo. Contro la barbarie del capitozzo stanno insorgendo larghi strati di popolazione. I danni provocati sono anatomici e fisiologici. Molte specie arboree e arbustive muoiono per colpa della capitozzatura. Alcune specie, faggio, quercia, acero, le più comuni, possono morire entro un anno da un capitozzo intenso”.

Carmine Caramante

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