Il vecchio Cinema Myriam
Il nuovo progetto con aumento di volumi
Che il complesso di Piazza Santini sia ormai vecchio, che abbia fatto il suo tempo e che l’ex Cinema fosse ormai un rudere, è indiscutibile. Ma, Italia Nostra al Tar ha posto una questione diversa. Quella della tipologia di intervento, ribadendo, a suo avviso (e sarà il Tar a pronunciarsi nel merito) che, al fine di salvaguardare le caratteristiche storiche e architettoniche del Villaggio (inserito nel PRG vigente in A2, ovvero zona sottoposta a tutela in quanto di interesse storico-culturale) sarebbe stato assentibile il solo intervento di ristrutturazione ed ammodernamento senza ulteriori volumi aggiuntivi. Del resto, a noi cittadini interessa avere la sala Cinema-Teatro e non altro. E quella, da progetto, è sostanzialmente uguale alla vecchia. I volumi aggiuntivi sono destinati a scopi diversi. E per Italia Nostra se ne poteva e doveva fare a meno. Non possono infatti interessare, ad un’associazione che svolge la funzione nazionale di tutela del patrimonio storico, che vi fosse necessità di pervenire ad un accordo con i privati proprietari. Per Italia Nostra la questione è solo tecnica e il ricorso al Tar si spiega solo come un’azione volta a svolgere il ruolo di tutela di un complesso inserito in una zona A2.
Di seguito il comunicato stampa di Italia Nostra, sezione di Salerno, a firma del presidente, professoressa Raffaella Di Leo.
“Ricorso al Tar di Italia Nostra Onlus contro il Comune di Capaccio Paestum: illegittimo abbattimento dell’ex Cinema Myriam”
“L’Associazione Italia Nostra Onlus ha lo scopo di concorrere alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, nonché di promuovere azioni per la tutela e la conservazione dei centri storici. L’associazione è sempre al fianco dei cittadini e dei comitati che si preoccupano di difendere il patrimonio culturale, storico ed ambientale del proprio territorio da scempi e devastazioni. Nel caso di Capaccio Paestum, l’azione giudiziaria è finalizzata ad evitare ulteriori compromissioni dei caratteri identitari del Borgo di Capaccio Scalo, costituitosi come luogo di aggregazione per tutta la comunità rurale e che testimonia la manifestazione fisica della Riforma Agraria. Le sue caratteristiche architettoniche hanno definito unitariamente tutto il borgo, gli edifici che lo costituiscono e che hanno le specifiche funzioni aggregative socio-culturali: l’edificio del comune, il centro sociale, il luogo di culto, l’edificio postale, etc. Tali caratteristiche del Borgo della Riforma Agraria saranno compromessi con l’edificazione dell’abnorme Auditorium e del connesso centro commerciale che, peraltro, anche volumetricamente, costituirà un’evidente alterazione di tutti i rapporti architettonici ed urbanistici del Borgo tali da annullare il suo carattere identitario originale. Tali elementi avevano comportato la definizione di tutte le misure di tutela con il vigente PRG, che consente solo interventi conservativi così come proposto dal Ministero dei Beni culturali e Ambientali e recepito dall’illustre progettista del vigente PRG, prof. Luigi Airaldi, Cattedratico dell’Università di Milano e Urbanista di fama internazionale”.
Carmine Caramante