A Paestum portati alla luce due templi greci di stile dorico, in seguito ad una campagna di scavo iniziata già nel 2019. “Questi eccezionali rinvenimenti documentano le molteplici fasi costruttive di un santuario situato in una zona liminare, in prossimità della costa da cui i coloni stessi erano giunti alcuni decenni prima, ed edificato in epoca arcaica prima ancora che la città fosse dotata di un circuito difensivo”, spiega la direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo. “Le recenti scoperte confermano quanto a Paestum ci sia ancora molto da fare sul fronte degli scavi, della ricerca e anche sul piano della valorizzazione”, commenta il ministro Gennaro Sangiuliano.
Gli scavi nella zona occidentale dell’antica città di Poseidonia gettano infatti una nuova luce sulle origini e lo sviluppo urbanistico della polis della Magna Grecia. Perché sotto il primo santuario, già intercettato dal 2019, risalente ai primi decenni del V secolo a.C e considerato un assoluto unicum dell’architettura templare di ordine dorico, si cela un altro ritrovamento. Il primo tempio, identificato nel 2019 e indagato a partire da settembre del 2022 è conservato nelle porzioni del basamento delle colonne e dei gradini e evidenzia un porticato di 4×6 colonne. All’interno della struttura templare, al di sotto del colonnato, sono stati reimpiegati, probabilmente a scopo rituale, 14 capitelli dorici frammentari e altri materiali architettonici: i capitelli sono di dimensioni analoghe a quelli del tempietto finora esplorato ma la tipologia è, invece, differente. Ed è confrontabile con quella dei capitelli del tempio di Hera I, la cosiddetta Basilica, il più antico dei tre templi maggiori di Paestum. “A breve le attività di scavo saranno concluse e sarà creato un nuovo percorso di fruizione che renda questo importante santuario accessibile al pubblico”, annuncia la direttrice del Parco.