Uno spettacolo inconcludente, contorniato da polemiche e chiacchiere. Palle che rimbalzano tra Comune, vertici Paistom e Sindacati. Sindacati divisi tra chi si schiera da una parte e chi dall’altra. La querelle Paistom sta diventando una barzelletta, alla quale non si riesce però a dare l’unica conclusione che serve, ovvero pagare le spettanze dovute ai dipendenti. Stiamo parlando di circa 2.000 euro di media per dipendente, tra TFR e 14esima, ovvero di circa 206.000 euro in totale, ed è difficile ipotizzare che l’agenzia Osmosi anticipi questa somma se non avviene il saldo della fatturazione da parte della Paistom, che a sua volta vive delle rimesse del suo socio unico, il Comune di Capaccio Paestum. Sinceramente, è da novembre che abbiamo intrapreso questa battaglia d’informazione a tutela dei diritti dei 110 dipendenti Paistom. Ci fa piacere che la cosa, dopo un silenzio assordante, sia balzata al primo posto del dibattito politico di questi giorni. Di ciò ne possono beneficiare solo i lavoratori. Tuttavia, siamo stanchi di leggere comunicati ad esclusivo fine di discolpa rispetto alla situazione che si è creata. Chi governa ha il dovere di trovare soluzioni. Inutile dire che ad assumere sono le aziende interinali e loro devono pagare. Tutti conosciamo le dinamiche relative alle società in house e chi le mette in piedi ha l’obbligo e il dovere di farle funzionare. L’ente comunale è chiamato senza indugio a sovrintendere in qualità di socio unico e di provvedere con precisione alle rimesse verso l’azienda speciale Paistom che a sua volta deve provvedere a pagare le fatture di somministrazione lavoro per far sì che i dipendenti ricevano con precisione le loro spettanze dalle aziende interinali. Agli oltre 100 dipendenti Paistom non avete fatto fare il Natale e nemmeno la Befana. Questi sono i fatti. Il resto sono, appunto, frottole.
Carmine Caramante