Si intitola “Festival Paestum teatro antico” la manifestazione in corso di svolgimento proprio in queste settimane nel Parco Archeologico di Paestum, nei pressi del Tempio di Nettuno. L’iniziativa viene promossa annualmente dall’Accademia Magna Graecia (centro di produzione teatrale e scuola professionale di arte drammatica, teatro antico, scienze sceniche e musicali), la cui direzione artistica è affidata a Sarah Falanga, che vanta un corposo curriculum come attrice e regista, sia a livello locale (da ultimo, lo spettacolo “Mimì”, che ha riscosso un grande successo la scorsa estate), sia a livello nazionale (tra i tanti, vale la pena menzionare il ruolo di attrice assegnatole nella fiction “L’amica geniale”). Scopo della manifestazione è far conoscere la storia dell’antica Grecia ai liceali provenienti da tutta Italia. Le classi partecipanti sono state selezionate previa adesione al bando del concorso, secondo criteri di aderenza e pertinenza delle proposte artistiche rispetto al metodo agonistico e ai contenuti socio-culturali espressi dal Festival.
La kermesse si struttura in tre giorni di formazione intensiva per ciascuna coppia di “classi antagoniste” e si apre ogni anno con uno spettacolo di presentazione organizzato dai ragazzi della nota Accademia pestana. Le ore di formazione consistono in vere e proprie lezioni sul teatro classico, in corsi di dizione e di affinamento delle abilità recitative. Ai ragazzi delle scuole viene offerta anche la totale disponibilità dell’area archeologica per le prove che precedono lo spettacolo finale, la cui rappresentazione va in scena nell’ultimo dei tre giorni, con la supervisione di sei giurati, chiamati a valutare le due esibizioni in gara tenendo conto dei seguenti parametri: le doti attoriali, la regia e i costumi.
A maggio, nell’ambito della cerimonia finale, saranno premiate le tre classi più meritevoli, mediante l’attribuzione di una somma di denaro con vincolo di investimento in futuri spettacoli teatrali. Ciò in quanto l’Accademia Magna Graecia sostiene fortemente la funzione rigenerativa del teatro, il quale non può limitarsi a consentire la “fruizione “ della bellezza, ma deve incentivarne la produzione con tutte le risorse, umane, culturali e finanziarie, di cui dispone.
Milena Cicatiello