L’odissea dell’Asilo Nido al Rettifilo dura da più di due anni
Un finanziamento regionale ottenuto dalla precedente Amministrazione, quella del Sindaco Franco Palumbo. L’asilo nido presso Parco delle Noci a Rettifilo è un finanziamento di un importo di circa 1 milione di euro, per la realizzazione del progetto presentato del nuovo micro-nido comunale, nel giugno 2018, a valere sull’Asse 8, nell’ambito del POR CAMPANIA FESR 2014-2020. Purtroppo, questa Amministrazione, quella del Sindaco Franco Alfieri, sta dimostrando di non essere neppure in grado di garantire la continuità operativa. Tant’è che, da più parti, la domanda è nata spontanea? Ma il Sindaco sa veramente fare il Sindaco? Eppure, già dal 2020, quindi da quasi due anni, proprio noi, insieme ad altri, lo abbiamo detto e ripetuto, prima che iniziassero i lavori. “Guardate che state procedendo senza che l’iter burocratico sia stato espletato”. Loro facevano pose di prime pietre e post Facebook e noi ripetutamente abbiamo fatto notare che l’area interessata dall’intervento necessitava preventivamente di apposita variante al PRG vigente in quanto zona ex PEEP. Ma niente, nessuna risposta, ottusità assoluta da parte dell’Amministrazione se non provvedimenti tardivi sia rispetto alle autorizzazioni che alla variante. Atti, evidentemente, non risolutivi. Tant’è che ad ottobre 2021 i carabinieri della Stazione di Capaccio Scalo, diretti dal lgt. Giuseppe D’Agostino, hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo, disposto dalla Procura della Repubblica di Salerno, del nuovo asilo nido pubblico in costruzione in località Rettifilo. Contestate violazioni al DPR 380/2001 – Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, nello specifico la mancanza di idonea autorizzazione paesaggistica e del permesso a costruire, in assenza di apposita variante al vigente Prg, al momento dell’avvio del cantiere.
28 GIUGNO 2022 – L’APOTEOSI
Al punto 8 dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Capaccio Paestum c’è l’approvazione della delibera “Lavori di Realizzazione di un Asilo Nido pubblico nell’ambito del sistema integrato regionale di educazione e di istruzione – Intervento tipo A – Riapprovazione progetto in variante al PRG e dichiarazione pubblica utilità dell’opera ai sensi del D.P.R. 327/2001. In pratica, dopo due anni, l’Amministrazione Comunale rifà la procedura, ammette l’errore e fa punto e a capo. La cosa è davvero sconcertante, e ci sarebbe da ridere se non fossero invece in ballo soldi pubblici, soldi dei contribuenti. Ora, bisogna solo augurarsi che questa tardiva “toppa” possa bastare a rimettere a posto le cose ed a consentire la ripresa dei lavori ormai bloccati da tempo. Ma, ci sta sempre un ma. Abbiamo ancora delle preoccupazioni. Probabilmente, tutto questo non basterà, poiché le norme sono materia non derogabile.
E LA DOPPIA CONFORMITÀ?
In particolare, riteniamo che non sia superabile il requisito di doppia conformità, condizione essenziale per poter regolarizzare l’immobile. La sua prima introduzione nell’ordinamento è avvenuta con l’art. 13 della L. 47/85, per essere poi “trasfusa” con modifiche negli articoli 36 e 37 del DPR 380/01, il Testo Unico per l’Edilizia. Le attuali procedure di regolarizzazione edilizia richiedono il requisito essenziale della doppia conformità; la normativa dispone che l’opera illecita o abuso edilizio debba essere contemporaneamente conforme alla disciplina urbanistico edilizia vigente in due distinte epoche: al momento della presentazione dell’istanza e all’epoca di esecuzione delle opere. A voi, giuristi e non, la conclusione.
Carmine Caramante