La lontra vive in un’area geografica molto ampia che va dalla penisola iberica fino al Giappone e in alcuni Paesi del Nord Africa come Marocco, Tunisia e Algeria. In Italia è localizzata in alcune regioni centro-meridionali ed è, purtroppo, una specie in pericolo di estinzione. Mancano dati precisi sulla dimensione della popolazione ma si stimano approssimativamente 800-1000 esemplari. Questo mustelide è strettamente legato ai corsi d’acqua: vive tutto l’anno su un territorio costituito da un tratto di fiume e dalla vegetazione ripariale circostante che gli assicura siti di rifugio (tane ricavate da buche lungo gli argini, cavità naturali tra le radici o vecchie tane abbandonate di volpi o tassi). Si nutre principalmente di pesci come alborelle, cavedani, vaironi e anguille. La sua dieta è integrata anche da uccelli acquatici, piccoli mammiferi e granchi di fiume. Negli ultimi anni, per una maggiore conoscenza dell’areale della specie, un maggiore sforzo di ricerca e, probabilmente, anche per una lenta ripresa, gli esemplari di lontra sembrano essere in aumento. Certamente non siamo più nella fase critica della fine degli anni ’80, quando la specie era ridotta a un centinaio. Ad accrescere sono anche le aree di distribuzione della specie. In Italia, la lontra è ricomparsa in alcune regioni settentrionali tra cui Trentino, Friuli e nel Ticino (Lombardia). A riguardo, è doveroso menzionare gli ultimissimi avvistamenti avvenuti nel mese di ottobre sul territorio di Capaccio-Paestum: uno nei pressi della Linora, l’altro sulla SS18. “Due nell’arco di quindici giorni, un evento straordinario, degno di nota, che fa sperare in un ripopolamento anche nelle nostre zone” sostiene il dottor Antonio De Luca (veterinario). “Di fatto – aggiunge De Luca – il WWF si è impegnato nella salvaguardia di bacini fluviali come quello del fiume Sele con l’istituzione delle Oasi di Persano, del Lago di Conza e delle Grotte del Bussento, ripristinando l’habitat naturale della lontra. Dai racconti dei nostri nonni è pervenuto che i primi avvistamenti risalgono alla fine degli anni ’60: all’epoca furono scorti esemplari di lontra nel fiume Testene di Agropoli e nei fiumi collinari nei pressi di Perdifumo. I più recenti, invece, risalgono a 4-5 anni fa, di cui uno a Torre Lupata e l’altro nei pressi di Gromola”. La notizia dei nuovi avvistamenti si è diffusa tra gli esperti ed ha entusiasmato tutti. Sembra che la luntra iutra, specie in via d’estinzione – ricordiamolo – sia tornata a vivere nelle nostre aree fluviali. La principale minaccia per questa specie risiede nell’alterazione e distruzione del suo habitat, causate perlopiù dall’inquinamento da sostanze chimiche e/o da scarichi urbani e industriali.
Mariangela Maio
Fonti: WWF Italia; Dott. Antonio De Luca.