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SANITÀ IN CAMPANIA: SUPERARE L’EMERGENZA COVID E POI CAMBIARE TUTTO

Ospedale di Agropoli fuori dalla Rete di Emergenza. Niente codici rossi

Con un infarto in atto ha dovuto attendere l’arrivo dell’ambulanza da Vallo per essere trasferito al San Luca. È accaduto nelle scorse settimane ad un paziente infartuato arrivato all’Ospedale di Agropoli. L’attesa è sembrata troppa ai familiari del paziente che hanno chiesto spiegazioni sul perché l’uomo non fosse stato traferito all’Ospedale di Vallo con una delle ambulanze ferme nei pressi del nosocomio agropolese. Il paziente con l’infarto in atto sarebbe stato soccorso trenta minuti prima. Nelle sue condizioni ogni minuto era di vitale importanza. Questo episodio, unito ad altri, serve per capire. Il 9 luglio scorso si è tenuta una sorta di cerimonia, definita inaugurazione, con la presenza del Governatore Vincenzo De Luca. Ad oggi, abbiamo però un Ospedale che non può trattare codici rossi e che è fuori dalla Rete di Emergenza.

Covid Hospital ancora al palo

Nonostante siano stati spesi oltre 1.500.000 euro in un mese di lavori, l’Ospedale civile di Agropoli, riconvertito in Covid Hospital, in questa sua nuova veste resta al momento chiuso. I non pochi casi di Coronavirus che sono stati registrati questa estate nell’area cilentana sono stati puntualmente trasportati altrove. Il 30 luglio scorso, il direttore generale dell’Asl Salerno Mario Iervolino ha firmato una delibera che di fatto certifica che l’Ospedale civile di Agropoli è stato riconvertito in Struttura Covid. In realtà, però, pare si tratti soltanto di una semplice rendicontazione dei lavori svolti. Ad oggi, infatti, benché dal punto di vista strutturale e delle apparecchiature il presidio di via Pio X sia pronto, mancherebbero ancora i farmaci, i dispositivi medici e il personale.

Per il M5S è una farsa

Il consigliere regionale Michele Cammarano e i senatori Castiello e Gaudiano, in una nota congiunta: “La riapertura del nosocomio di Agropoli è solo una sceneggiata. Manca il personale. In rianimazione sono presenti infermieri a contratto semestrale e rianimatori arruolati da altri ospedali. La maggior parte dei servizi sono fermi o non del tutto operativi perché non arrivano ambulanze. La sanità campana deve essere rafforzata e non depauperata, sottraendo risorse dagli altri ospedali del territorio come Vallo della Lucania o Roccadaspide, rendendo così ancora più critica la carenza di personale che da tempo segnaliamo nelle diverse Asl competenti, a causa del blocco del turn over e dei concorsi”.

La situazione generale in Campania

Vero è che la Sanità in Campania non è più commissariata grazie al Piano di Rientro attuato da Vincenzo De Luca in questi ultimi cinque anni. Ma forse è proprio questo il punto. La politica di risparmio è stata fatta e pagata dagli utenti (malati) in termini di servizi e prestazioni sanitarie. L’attuale fotografia della “Sanità Risanata” in Campania è drammatica. Non pochi ospedali pubblici chiusi. Posti letto insufficienti. Blocco del turn over e carenza di organico. Liste di attesa infinite. Reparti fatiscenti. Condizioni igieniche indegne. Prevenzione oncologica ai minimi termini. Ora, proprio in questa campagna elettorale sarebbe interessante capire, al netto dei proclami se e come sarà fatto qualcosa per ospedali che hanno bisogno di interventi strutturali, come il San Luca di Vallo della Lucania, l’Addolorata di Eboli, il San Giuliano di Giugliano, il Landolfi di Solofra, il Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino, il Moscati di Aversa. Inoltre, è il tipo di politica che va cambiata. L’Ospedale di Agropoli è stato tenuto nel dimenticatoio per tanti anni perché il territorio di riferimento ha già la sua dotazione di posti letto pubblici (103) gestiti da presidi privati accreditati.

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