Pensavo fossero chiacchiere. Invece, vedo che “la botta è stata forte”. Addirittura si inseguono comunicati e pubblicazioni di documenti con firme e firmette per cercare di ribadire che “il leader è forte”. Ripeto, quando subentrano simili situazioni vuol dire che si naviga già a vista. E, dopo appena un anno, ciò è molto grave.
Veniamo al dunque:
1)Mi permetto di dire che tali documenti politici non valgono nulla – ne ho il cascione pieno a casa, se ci vogliamo fare due risate li caccio. Ne ho addirittura uno, datato marzo 2011, nel quale tutti gli allora consiglieri e assessori di Pasquale Marino firmammo in 18 un patto con il quale si sanciva che il Sindaco sarebbe stato ricandidato e sostenuto alle Comunali del 2012. Sapete come andò a finire;
2) Mancano due firme sul documento pro Alfieri (2 consiglieri). E so per certo che non ci sono i numeri per fare ciò che Alfieri vuole, ovvero defenestrare Emanuele Sica da Presidente del Consiglio. Per eleggere un altro Presidente ci vuole la maggioranza dei 2/3. Inoltre, qualora pure vi fosse, l’atto sarebbe impugnabile al Tar. Il Presidente del Consiglio Emanuele Sica non si è macchiato di alcuna condotta contraria al suo ruolo di garante del consesso civico (caso previsto per la sua sostituzione). Insomma, il Sindaco ci doveva pensare prima, a giugno 2019. Adesso, se lo deve tenere;
3) Proprio Emanuele Sica è invece il vincitore morale e materiale di questi giorni di crisi. Ha dimostrato che c’è ancora chi vuol fare politica in questo paese che, ripeto, non ha mai amato i “padroni del vapore”. Sica ora si pone come “leader e uomo di punta” del malcontento e rappresentante principale del 47% dei cittadini che non ha votato Alfieri. In un colpo solo, è diventato rappresentante di 5400 voti. Non male;
4) Alfieri, a conti fatti, si ritrova, dopo soli 15 mesi, con una maggioranza che si regge su 2 consiglieri eletti nelle liste di Enzo Sica e Italo Voza. Questo è il dato. La maggioranza si regge su un “ribaltone”. Ora deve andare avanti. E c’è solo da scoprire se è la fine dell’inizio oppure l’inizio della fine. In entrambi i casi, come diceva il grande Gigi Proietti: “A Mandrà… Mo so cazzi”.
Carmine Caramante