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SPIAGGIA PER DISABILI – GHETTIZZARE NON È LA SOLUZIONE

In Italia da anni vi è un forte dibattito sul tema. La legge e il principio di inclusione stabilisce che su tutti gli stabilimenti balneari devono essere garantiti ed attrezzati i servizi per i disabili. Le Amministrazioni Comunali devono invece vigilare, controllare e imporre ai concessionari di rispettare le norme strutturali e di garantire tutti i servizi per ospitare turisti e bagnanti con disabilità che hanno il diritto e devono poter stare su tutte le spiagge esistenti e non confinati su “fazzoletti” di arenile.

IL FATTO

È stata inaugurata, lunedì 9 agosto, la cosiddetta “Spiaggia senza barriere” della Città di Capaccio Paestum. In località Laura, l’Amministrazione comunale ha scelto di realizzare la spiaggia rientrante nel progetto “Mare senza barriere” nell’ambito delle attività del Piano di Zona Ambito S07. Sull’arenile sono state allestite pedane percorribili in carrozzella e, lungo il percorso, venti piazzole per installare ombrelloni e lettini. La spiaggia è dotata di due sedie da mare job per arrivare fino a riva per bagnarsi nonché di una sedia galleggiante. Il Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, ha dichiarato: “Era doveroso allestire un arenile senza barriere per dare la possibilità a persone diversamente abili di recarsi in spiaggia e fare un bagno senza dover lottare contro ostacoli di ogni genere”.

IL PRINCIPIO DI INCLUSIONE “VA A FARSI BENEDIRE”

Per voi c’è questa spiaggia, avete tutti i servizi ma state lì con il vostro handicap.

Ovviamente, al di là dei ruggiti e vagiti dei tifosi e dei miracolati (che naturalmente hanno salutato con giubilo l’iniziativa dell’Amministrazione Alfieri (peraltro già praticata negli anni precedenti dall’Amministrazione Palumbo), bisognerebbe riflettere. Pochi lo fanno. E di questo non ce ne meravigliamo. Sarà il caldo o la voglia di non sprecare tempo a pensare. Detto questo, per una serie di motivi, come già è accaduto in altri contesti italiani, è sbagliata e sconveniente la scelta di istituire e predisporre una spiaggia dedicata esclusivamente ai disabili. Motivo? Semplicissimo. La cosa è in antitesi con tutti i principi etici e morali e non rappresenta il concetto chiave che la cultura moderna esprime in tema di disabilità: l’inclusione. Non si può accettare, moralmente e legalmente, che venga realizzata una spiaggia “dedicata” ai portatori di handicap. Ciò è una ghettizzazione inaccettabile, una scelta incivile. Il messaggio intrinseco è: “Per voi c’è questa spiaggia, avete tutti i servizi ma state lì con il vostro handicap”.

TUTTI I LIDI DEVONO AVERE ACCESSIBILITA PIENA PER I DASIBILI E GARANTIRE TUTTI I SERVIZI

L’accessibilità alle spiagge per i portatori di handicap è condizione essenziale e irrinunciabile per l’ottenimento e il rinnovo delle concessioni balneari.

Inoltre, e veniamo alla cosa più importante, bisogna partire da una premessa doverosa. Tutte le spiagge dovrebbero essere accessibili ai disabili. Infatti, tutti gli impianti di balneazione sono soggetti al rispetto del requisito della visitabilità come descritto nella Legge 5 febbraio 1992, n. 104: “Le concessioni demaniali per gli impianti di balneazione ed i loro rinnovi sono subordinati alla visitabilità degli impianti ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236, di attuazione della legge 9 gennaio 1989, n. 13, e all’effettiva possibilità di accesso al mare delle persone handicappate”. L’accessibilità alle spiagge per i portatori di handicap è condizione essenziale e irrinunciabile per l’ottenimento delle concessioni balneari. I concessionari degli stabilimenti balneari per legge devono avere bagni per disabili, passerelle e sedie job, infermeria con lettino appropriato e tutto ciò che è necessario alla piena fruibilità per i disabili. Invece, quindi, di favorire e realizzare progetti ed interventi che, con soldi pubblici e volontariato locale, prevedono l’allestimento di tratti di arenile dedicato in via esclusiva ai disabili (di fatto creando delle zone ghetto), le Amministrazioni Comunali devono vigilare, controllare e imporre ai concessionari di stabilimenti balneari di rispettare le norme strutturali e di garantire tutti i servizi per ospitare turisti e bagnanti con disabilità che, come già detto, hanno il diritto e devono per principio poter stare su tutte le spiagge esistenti e non confinati su “fazzoletti” di arenile.

Carmine Caramante

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