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TERREMOTO GIUDIZIARIO ANCHE A CAPACCIO PAESTUM

TERREMOTO GIUDIZIARIO ANCHE A CAPACCIO PAESTUM – Indagati tre attuali consiglieri comunali di maggioranza, per uno di essi il PM aveva addirittura richiesto gli arresti domiciliari.

GLI AVVENIMENTI

Il comunicato stampa a firma del Procuratore della Repubblica di Salerno, Giuseppe Borrelli.

Nelle prime ore di venerdì mattina 19 novembre 2021, nel comune di Roccadaspide, militari del Comando Provinciale Carabinieri di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari – emessa dal GIP del Tribunale di Salerno – a carico dell’imprenditore, nonché coordinatore del Comitato Magna Graecia di Italia Viva a Capaccio Paestum, Roberto D’Angelo, ritenuto responsabile del reato di “istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti”. Nell’ambito di una più ampia contestazione relativa ai rapporti tra l’imprenditore e l’Amministrazione Comunale di Capaccio Paestum, diretta dalla Procura della Repubblica di Salerno e allo stato disattesa da parte del giudice per le indagini preliminari, questi ha ritenuto gravemente indiziato il predetto imprenditore, quanto ai reati di istigazione alla corruzione e turbativa d’asta, avendo, secondo l’ipotesi accusatoria, promesso 50.000 euro ad un consigliere comunale di maggioranza dell’epoca al fine di indurlo a votare la sfiducia al sindaco allora in carica, il compianto Francesco Palumbo, reo di non averlo favorito nell’aggiudicazione di un appalto finalizzato ai lavori di riqualificazione e ripristino di un asse viario insistente nel Comune di Capaccio Paestum (Via Magna Graecia), nonché promettendo al medesimo amministratore ulteriori 150.000 euro quale compenso per il suo impegno ad aiutarlo nell’aggiudicazione della citata gara, nonché avendo offerto ad un dirigente comunale, peraltro senza esito, la somma di 50.000 euro per essere favorito in una gara relativa alla locazione e valorizzazione di un villaggio turistico in zona Laura di Paestum.

TUTTI GLI INDAGATI

Sono in tutto 8 gli indagati nell’ambito dell’indagine condotta dal PM Francesca Saccone della Procura della Repubblica di Salerno: oltre all’imprenditore Roberto D’Angelo di Roccadaspide, coinvolti anche il funzionario comunale Carmine Greco, l’ex presidente del Consiglio comunale Carmelo Pagano e gli attuali consiglieri comunali di maggioranza Fernando Maria Mucciolo, Pasquale Accarino, Angelo Merola, oltre agli ex consiglieri comunali Francesco Petraglia e Alfonsina Montechiaro. Nello specifico, il PM aveva chiesto la custodia in carcere per D’Angelo, gli arresti domiciliari per Pagano ed Accarino, il divieto di dimora a Capaccio Paestum per Greco, Petraglia, Merola e la Montechiaro. Richieste di misure cautelari, però, rigettate dal GIP del Tribunale di Salerno, Francesco Guerra, il quale ha ristretto il solo D’Angelo ai domiciliari derubricando il reato ipotizzato di corruzione a quello di istigazione alla corruzione. A questo punto, la Procura potrebbe chiedere, in sede di Riesame, di rivedere le posizioni di tali indagati, che avranno ora facoltà di farsi interrogare o presentare memorie difensive, a propria discolpa, al PM inquirente.

L’ARTICOLO DI IURILLO SU IL FATTO QUOTIDIANO E LE INTERCETTAZIONI

Ma è quanto emerge dall’articolo pubblicato il 21 novembre 2021 su Il Fatto Quotidiano dal giornalista Vincenzo Iurillo ad arricchire di ulteriori elementi la vicenda e a spiegare anche i motivi del provvedimento del GIP (apparso eccessivo per una vicenda che si sarebbe già consumata due anni fa) di restringere Roberto D’Angelo agli arresti domiciliari.

Scrive Iurillo su Il Fatto Quotidiano:

L’uomo del partito di Matteo Renzi, arrestato per istigazione alla corruzione intorno agli appalti pubblici di Capaccio Paestum, fece votare l’uomo di Vincenzo De Luca. Si tratta di Roberto D’Angelo (coordinatore cittadino di IV) e del Sindaco PD Franco Alfieri (non indagato ed estraneo alle vicende corruttive che peraltro risalgono a due anni prima della sua elezione). Nell’ordinanza di arresto di D’Angelo, scrive il GIP: “È stato particolarmente attivo nel sostenere la campagna di Alfieri e dunque intrattiene rapporti con l’attuale Amministrazione” di conseguenza “c’è il pericolo di recidiva”.

Interessanti anche le intercettazioni emerse e rese pubbliche sempre da Iurillo su Il Fatto Quotidiano.

La prima risale al 6 aprile 2019, in piena campagna elettorale: D’Angelo viene contattato da Alfieri che lo invita più volte “a trovare ancora 6/7 candidati per lui e altri mille voti” per provare a vincere al primo turno. Il 26 aprile successivo D’Angelo trascorre la giornata al telefono a cercare candidati per Alfieri e accordi politici in suo favore. Manca un giorno alla chiusura delle liste e quella sera D’Angelo la trascorrerà nella sede del comitato Alfieri per conoscere i nomi dei candidati. Ed il 7 settembre D’Angelo, con Alfieri ormai Sindaco da quasi tre mesi, viene intercettato mentre dice a una persona “di aver parlato personalmente con Alfieri una decina di giorni fa” augurandosi che “mantenga quello che mi ha promesso in campagna elettorale”.

A cura di Carmine Caramante

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