Il territorio è invaso da ettari ed ettari di impianti serricoli, principale causa negli ultimi anni delle frequenti alluvioni ed esondazioni del Fiume Sele. La serricoltura contribuisce all’impermeabilizzazione del terreno e quindi acuisce i problemi di alluvioni ed esondazioni. Negli ultimi anni, infatti, la crescita degli impianti dedicati a ortaggi di quarta gamma ha portato a un forte incremento delle acque da smaltire a valle delle serre attraverso i canali della rete colante. Con i futuri strumenti urbanistici le Amministrazioni devono porre rimedio al fenomeno ormai dilagato a dismisura.
Da qualche decennio è boom di serre nella Piana del Sele e a Capaccio Paestum in particolare. La provincia di Salerno, ormai è acclarato, è il “mar de plastico” italiano che fa da contro canto al suo omologo spagnolo in Almeria ed è destinata a scippare il primato di primo centro produttivo della IV gamma italiana alla Lombardia. La conseguenza è stata una vera e propria impennata dei prezzi dei terreni raddoppiati in dieci anni e ora, per avere un ettaro destinato alla coltivazione in serra, gli investitori arrivano a pagare anche 200mila euro in base all’ubicazione dell’areale. Con queste spese, coltivare per la quarta gamma, considerato che non siamo più ai tempi d’oro di venti anni fa quando il settore registrava una crescita a doppia cifra, ha un ritorno garantito solo per impianti superiori ai 15 ettari. Non a caso le più grandi aziende della IV gamma nazionali e internazionali, esauriti gli areali disponibili in Lombardia, si sono trasferite dalle nostre parti acquistando o affittando terreni.
I NUMERI NEL SALERNITANO
Nel Salernitano, su una superficie complessiva di circa 10mila ettari coltivati ad ortaggi, l’area degli impianti di serre già realizzati arriva al 70% e ci sono previsioni di crescita di almeno un ulteriore 15%. La prima conseguenza di questa esplosione di impianti è chiaramente paesaggistica, condizionando gli elementi cardine (terra e verde) non più tanto visibili e sostituiti da un panorama di plastica, ma soprattutto idrogeologica dacché la serricoltura contribuisce all’impermeabilizzazione del terreno e quindi acuisce i problemi di alluvioni ed esondazioni resi già cogenti da impianti di deflusso refluo piuttosto vetusti.
LE REGOLE DA FAR RISPETTARE
La situazione è diventata così critica, soprattutto negli ultimi 5 anni, che ha spinto il Consorzio di Bonifica Destra Sele a inserire dei paletti ben precisi per la diffusione degli impianti fissando dei tetti alle costruzioni che variano, in base alle caratteristiche del territorio, tra il 50 ed il 70% degli ettari disponibili. La Campania ha nel 2016 approvato la revisione del Regolamento Serre. Gli imprenditori locali potranno continuare a realizzare serre solo seguendo specifici accorgimenti volti a evitare carichi eccessivi di impermeabilizzazione dei suoli. Si dovrà, infatti, garantire l’invarianza idraulica nel drenaggio delle acque: vale a dire, la portata di acqua che giungerà nella rete di bonifica a seguito della costruzione di un impianto dovrà essere la stessa di quella che giungeva prima che si attuasse l’impianto medesimo. L’idraulica dovrà essere garantita con vasche di laminazione nelle zone a pericolosità idraulica e con vasche e stradoni drenanti nelle zone non idraulicamente pericolose.
A cura di Carmine Caramante
Fonti dell’articolo
www.agronotizie.imagelinenetwork.com
www.corriereortofrutticolo.it
www.italiafruit.net
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