In una delle sue ultime uscite pubbliche, il Sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, ha parlato anche di un’ipotetica pianificazione territoriale (cosa finora a lui sconosciuta poiché si ostina, come sta facendo, a calare dall’alto opere ed interventi isolati) riguardante viale della Repubblica, ovvero la strada che congiunge Capaccio Scalo a Laura, il centro urbano al mare. La sua idea è quella di prevedere nel nuovo PUC una zonizzazione per attività alberghiere lungo il sopra citato asse viario sia a destra che a sinistra.
UNA “MIA” PROPOSTA VECCHIA DI 14 ANNI
La cosa mi ha incuriosito molto. Perché? Per un motivo molto semplice. Perché è contenuta nell’ultima versione del PUC del professor Francesco Forte, quella approvata con delibera di Giunta Marino nel 2010 e poi, in maniera erronea e superficiale, revocata nel 2012 dalla Giunta Voza. Una soluzione, quella di zonizzare ambo i lati di viale della Repubblica prevedendo attività turistiche e alberghiere, che fui proprio io nel 2008 a proporre in qualità di consigliere comunale e nell’ambito delle deleghe che mi erano state affidate. L’idea era molto semplice: già la precedente proposta di PUC di Forte del 2003 prevedeva per viale della Repubblica il cosiddetto “pendolo” ovvero elementi di urbanizzazione primaria e secondaria al fine di potenziare e “riempire” quell’asse viario che era di fondamentale congiunzione tra Capaccio Scalo e il mare. Dunque, secondo il mio punto di vista, era necessario salvaguardare quella scelta e oltremodo potenziarla. Si parlava di voler “unire” Capaccio Scalo con la costa, di colmare il vuoto e di favorire uno spostamento del flusso turistico anche su Capaccio Scalo, area commerciale naturale per chi viene in vacanza da noi. La mia proposta, condivisa da tutta la maggioranza di allora, fu di “rilanciare” e prevedere che fosse addirittura la nuova e programmata ricettività alberghiera a spostarsi per poter colmare quel vuoto in modo che la presenza turistica fosse collocata non solo dove è oggi ma anche su viale della Repubblica, in una zona appunto equidistante tra il mare e Capaccio Scalo, entrambi raggiungibili finanche a piedi con una nuova installazione di marciapiedi.
OGGI ALFIERI CI RIPROVA, MA I TEMPI SONO CAMBIATI
Il fattore tempo è tutto. E lo è, principalmente, quando si vuole pianificare il futuro assetto territoriale di un luogo. Quello che 15 anni fa poteva servire e aveva una sua logica, oggi appare anacronistico ed obsoleto, antieconomico e improduttivo. Certamente se ne può e se ne potrà discutere, ma tenendo presente che le cose, dal 2008 ad oggi, sono di molto cambiate e che il settore turistico, in primis, ha subito enormi stravolgimenti sul piano delle necessità e delle richieste dell’utenza. Allora vi era la necessità di nuove “grandi strutture” al fine di aumentare la ricettività in termini di camere per Capaccio Paestum. Oggi, si va verso un turismo di sostenibilità ambientale, in cui chi va in vacanza è alla perenne ricerca di piccole strutture (che possono essere sia B&B che uniscono i comfort alla ruralità, che relais di charme ed eleganza situati in proprietà storiche). La tendenza è questa, e lo testimoniano anche le cifre visto che oggi Capaccio Paestum è tra le 10 mete più cliccate e prenotate in Italia per quanto concerne il turismo rurale. Andare a calare sul territorio nuove grandi strutture è, pertanto, oggi, fuori luogo e difficilmente troverebbe imprenditori disposti ad investire. Come, del resto, sarebbe oggi, nell’epoca in cui si cerca appunto un turismo “liquido” e diffuso sul territorio in strutture piccole, sbagliato andare a localizzare alberghi medio grandi in un’unica zona o lungo un’unica strada. Il territorio di Capaccio Paestum ha nella sua eterogeneità la sua forza e va concepito come “albergo diffuso”.
Carmine Caramante
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