Raddoppiato il sostegno economico ai settori culturali e creativi da parte di Bruxelles.
Di certo si può affermare che la stesura della nuova strategia Europea 2021-2027 sia stata in parte condizionata dal Covid-19. La pandemia ha infatti messo a nudo le debolezze del nostro sistema sociale ed economico, evidenziandone le contraddizioni irrisolte e le mancate soluzioni che avrebbero dovuto essere favorite dalle passate programmazioni, ma ha anche fatto emergere lo stato di crisi culturale in cui ci troviamo. Così, mentre gli intellettuali, mostrandosi un po’ disattenti, hanno cominciato a teorizzare l’umanità nel dopo emergenza, prospettando spesso un fiducioso ritorno a una maggiore spiritualità e propensione all’altruismo, i tecnici e i governi dell’Unione hanno opportunamente lavorato alla realizzazione di un piano operativo comune che presenta importanti novità rispetto al recente passato, tali da poter essere definito una sorta di rivoluzione copernicana, che restituisce alla cultura e all’umanesimo un ruolo di assoluta centralità per una ripartenza realmente rigenerativa. Da tali premesse ne è scaturito il più grande sostegno di sempre, da parte di Bruxelles, ai settori culturali e creativi, con un budget quasi raddoppiato rispetto alla programmazione 2014-2020 e che si attesta su oltre 2,5 miliardi di euro e stabilendo, come condizioni trasversali, il favorire l’inclusione di giovani e soggetti deboli incoraggiandone e sostenendone l’intrapresa di attività culturali e creative e, al contempo, di contribuire all’uguaglianza di genere (dato che in questi settori le donne risultano notevolmente svantaggiate in accesso e sottorappresentate nelle posizioni manageriali della cultura e della creatività).
Tecnicamente il programma è suddiviso in tre linee di azione:
– Media: che tratta precipuamente il comparto audiovisivo, filmografico e il vasto universo culturale che vi ruota intorno.
– Cultura: che tratta della realizzazione di progetti culturali e creativi su scala europea.
– Transettoriale: vera grande novità, che tratta molteplici aspetti innovativi della comunicazione intesa come cultura, introducendo per la prima volta il sostegno diretto anche ai mezzi d’informazione, specie quelli di piccole dimensioni operanti su scala locale, per promuovere un giornalismo di sempre più elevata qualità, il pluralismo editoriale, l’introduzione di forme innovative di comunicazione e la transizione verso le nuove tecnologie e il digitale.
Un’attenzione focale sui laboratori culturali e creativi e sulle intersecazioni con le realtà sociali ed economiche sussistenti, chiedendo alla cultura di comporre, attraverso i suoi vari strumenti, un innovativo local-storytelling intermediale dei valori reali dei territori, tale da definire una vera e propria mappatura culturale europea per un sostegno identitario ed effettivo ai più svariati settori economici, nuovi e tradizionali. Un assetto globale in cui le tipicità territoriali di cui l’Europa è composta, organizzate in una chiave cosiddetta “g-local”, risultano di certo elementi strategici vincenti su cui puntare. Ovviamente questa opportunità, che è anche una sfida, per essere colta dovrà trovare i territori pronti e reattivi. Le istituzioni, pubbliche e private, dovranno preparare il terreno per favorire l’accesso a questi fondi.
Milena Cicatiello