Una mancanza di liquidità espone tutti i settori economici all’usura con rischio di impossessamento delle attività per riciclaggio. Tra le realtà economiche più a rischio si segnalano alberghi, ristoranti e bar
Aziende pulite ma in crisi, esposte ad usura e riciclaggio
Speculare sui bisogni è l’arte del profitto, e le mafie sono la massima espressione di quest’arte. La pandemia da Covid-19 lo sta confermando. Il lockdown e le chiusure forzate della Campania e dell’Italia intera sta avendo un solo effetto. Portare alla sofferenza e all’impossibilità di andare avanti migliaia di aziende. Le più appetibili (come già sta avvenendo in alcune zone) saranno acquisite o compartecipate da società legate a clan e organizzazioni criminali. Oggi le mafie stanno via via abbandonando i traffici tradizionali (droga, usura, prostituzione, gioco d’azzardo) per assumere un profilo imprenditoriale. Investono gli enormi capitali sporchi in attività pulite, acquisendo aziende in difficoltà. Il Covid-19 sta diventando il più grande affare della storia per le organizzazioni criminali. I lockdown e le chiusure sono la benzina nel motore di questo Sistema.
Mafie: ingente disponibilità di capitali e zero burocrazia
Le organizzazioni criminali hanno il vantaggio di disporre di una grande mole di liquidità e di non dover passare per le pastoie burocratiche. Quindi, in momenti critici, per aziende e imprese il rischio che si avvicinino soggetti che propongono, a vario titolo, di dare prestiti è un pericolo importante. Il periodo del lockdown ha bloccato quasi tutte le attività commerciali e imprenditoriali, ma ha lasciato spazio alla camorra, che ha sfruttato gli ingenti capitali a disposizione per investire sull’usura. Il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha spiegato come le forze dell’ordine stanno monitorando la situazione e quali sono gli interventi di contrasto: “Abbiamo registrato un tipo diverso di usura. Non la classica proposta di prestito da restituire con interessi, ma anche semplici elargizioni a sostegno di una attività. È quello che chiamiamo il welfare criminale, con soggetti che in determinati contesti si pongono anche come benefattori. È molto ingannevole perché sappiamo che poi queste persone passano all’incasso, o dei soldi o impadronendosi della stessa attività.
I clan puntano su turismo e ristorazione
Dalle prime indagini a disposizione, è emerso che Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra puntano a mettere le mani principalmente sui settori del Turismo e della Ristorazione. Questi i primi dati presenti nel Rapporto dell’Organismo di Monitoraggio delle infiltrazioni criminali sull’emergenza Covid. Si tratta dell’organismo voluto dal capo della Polizia Franco Gabrielli, e presieduto dal vice capo Vittorio Rizzi, per monitorare le attività criminali durante il lockdown e nel periodo successivo. Dal report emerge che i clan vogliono iniettare liquidità nelle casse dei piccoli e medi imprenditori messi in ginocchio dalla crisi. Un meccanismo che è destinato a diventare perverso se lo Stato non correrà ai ripari. “La preoccupazione maggiore è il ricorso al credito parallelo e la possibilità di entrare nella disponibilità delle attività economiche senza figurare”, si legge nel dossier dell’Osservatorio.