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A NAPOLI LA MOSTRA DI FRIDA KAHLO

“Il caos dentro”, a Napoli la mostra di Frida Kahlo. Inaugurata il 10 settembre 2021 presso il monumentale Palazzo Fondi

Giunge a Napoli l’esposizione multimediale che ha come protagonista la pittrice messicana Frida Kahlo, già tenutasi a Roma e a Milano. Questa mostra denominata “experience” è stata ideata dall’organizzatore nonché promoter Salvatore Lacagnina e curata da Antonio Toribio Arevalo Villalba, Aleandra Matiz, figlia del fotografo che ritrasse Frida e ne fu l’amante, e di Milagros Ancheita e Maria Rosso. Si tratta di una mostra che ha superato ogni aspettativa: è riuscita nell’intento di raccontare egregiamente la vita di una delle icone e del simbolo del femminismo del mondo. Una vita per l’appunto pienamente vissuta dalla pittrice Frida Kahlo. All’età di soli 20 anni, Frida rimane vittima di un gravissimo incidente in autobus che cambia la sua vita per sempre. In seguito a questo incidente, infatti, la stessa è stata costretta a subire innumerevoli interventi chirurgici, che annientano il suo corpo e la costringono ad indossare dei busti d’acciaio. Ed è proprio a causa di quell’evento spiacevole che prende vita il suo percorso artistico: costretta ad una lunga degenza e lenta ripresa, Frida inizia a dipingere soprattutto la sua immagine riflessa nello specchio posto di fronte a lei, nel periodo in cui era allettata. In quel momento davvero drammatico, l’arte è stata per Frida l’unico atto salvifico per la sua anima sconvolta e tormentata. Nell’arte, infatti, la pittrice trova conforto, un riscatto personale, fa del proprio dolore la sua prerogativa, il suo carattere distintivo. Conduce una vita al limite della sregolatezza, piena di eccessi, spinta sempre da un desiderio rivoluzionario. Ed è proprio nei suoi incontri con i più famosi pittori e artisti messicani dell’epoca, che Frida conosce il suo futuro marito, il pittore Diego Rivera. Affascinata dal suo talento artistico e dal suo impegno politico per l’indipendenza e per la rivoluzione, in una delle sue numerose lettere, Frida scrive: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita. Il primo è stato quando un tram mi ha travolto e l’altro è stato quando ho incontrato Diego Rivera”. All’ingresso del Palazzo Fondi, il pubblico viene accolto dalla musica, dalle danze e dai canti tradizionali messicani ed accompagnato lungo il percorso da modelle vestite con abiti come quelli indossati da Frida. Ciò che rende unica e imparagonabile questa mostra è l’autenticità della ricostruzione delle stanze di Casa Azul, dove la pittrice visse fino alla morte. È possibile, infatti, prefigurare davanti a sé l’immagine di Frida nella sua camera da letto intenta a dipingere con i suoi pennelli. Ritagliare, dunque, dei veri e propri attimi della quotidianità della sua vita: come quello in cui Frida dipinge i propri busti d’acciaio. Anche questo, tra l’altro, può essere considerato uno dei gesti più estremi della pittrice: dipingere i propri busti, che sostennero il suo corpo straziato per anni, permetteva alla stessa di incanalare il proprio dolore nell’arte. Durante l’esposizione sarà possibile, inoltre, ammirare l’opera originale di Frida “Piden aeroplanos y les dan alas de petate”, un olio su cartone del 1938 proveniente da collezione privata di Madrid, e ripreso da un originale andato perduto, nel quale la pittrice fissa un ricordo della sua infanzia; 15 autoritratti retroilluminati riprodotti in formato digitale con tecnica modlight. Ed ancora, lettere, fotografie, francobolli. Infine, altro fiore all’occhiello di questa mostra consiste in una sala dove viene proiettato un film-documentario che narra la vita della pittrice messicana.

Valentina Cicatiello

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