Sarà sempre più difficile fare a meno di Amazon Prime Video anche in Italia. Se, da un lato, l’over the top di Jeff Bezos si appresta a conquistare i diritti tv in esclusiva per la miglior partita di calcio di Champions League del martedì (16 match a stagione) per il triennio 2021-2024, dall’altro il catalogo di intrattenimento si arricchirà di produzioni originali italiane, dalle serie ai documentari, dai film ai reality. E, al momento, ci sono in Italia ben cinque produzioni Amazon aperte. “Già nel 2020 avremmo dovuto proporre agli abbonati italiani ad Amazon Prime quattro produzioni originali italiane. Poi, causa Covid19 – spiega Nicole Morganti, Head of Italian Originals di Amazon Italia nel corso di un incontro al Miamarket – è uscito solo Celebrity Hunted in marzo, e il prossimo 6 novembre arriverà il docufilm dedicato a Tiziano Ferro. In palinsesto ci sarebbe dovuto essere pure Dinner Club, un travelog, un mix di comedy e cooking con personaggi celebri in viaggio nel mondo alla scoperta del cibo e dei luoghi. Abbiamo però preferito stare in Italia, e concentrarci sulle regioni che più hanno bisogno di essere promosse a livello internazionale, perché magari meno battute. Per ora abbiamo annunciato la partecipazione di Carlo Cracco, Sabina Ferilli e Luciana Littizzetto, e uscirà nel 2021”. Sempre il prossimo anno ci sarà la seconda edizione di Celebrity Hunted, poi la serie Vita da Carlo, di Carlo Verdone, la serie crime Bang Bang Baby ambientata nella Milano degli anni ‘80, e infine Everybody Loves Diamonds, una serie prodotta con Wildside sulle vicende di Leonardo Notarbartolo, che con la sua banda svaligiò il Diamond Center di Anversa nella notte di San Valentino del 2003, rubando diamanti per un controvalore di 200 milioni di euro. Si ingrandirà pure il team guidato da Morganti: in primavera è arrivato Davide Nardini come Italian Scripted Chief di Amazon Italia, il prossimo 2 novembre entrerà in azienda il nuovo Chief Unscripted, e dal 2021 si apriranno molte nuove posizioni. Quanto alla mission di Amazon Prime Video in Italia, la responsabile degli Originals sottolinea come “Amazon vuole dedicarsi a prodotto locale, hit locali, che devono piacere e avere successo in Italia, e che solo in seconda battuta possano avere rilevanza nel mondo”. Le società di produzione italiane che volessero sottoporre progetti ad Amazon Prime Video devono di sicuro cambiare radicalmente mentalità. “Ci piace che arrivino da noi non con 10 idee – avverte Morganti – ma con tre, al massimo cinque in cui credono fermamente. E non con tre righe scritte, ma con un concept già solido. Dopodiché, Amazon sarà a fianco della società per lo sviluppo sia delle produzioni scripted, sia delle unscripted. Per le case di produzione che lavorano per la prima volta con noi, provvederemo a fare una sorta di on-boarding, perché Amazon ha regole molto ferree. Bisogna abituarsi al rispetto del timing, al fatto che noi affianchiamo la società di produzione nella ricerca dei migliori talenti, si lavora insieme sulla creazione di un team, e poi sulla scelta del cast. Alla fine di questo processo, sarà Amazon Italia che presenta il progetto al board degli studios”. E ogni aspetto sarà valutato da una commissione. Prima del Covid, quando viaggiare non era un problema, c’era una commissione composta da otto persone che dagli Usa volava in Italia solo per verificare, con sopralluoghi, se la società di post-produzione prescelta avesse o meno i livelli tecnici sufficienti per assicurare la qualità Amazon. Il cambio di mentalità che si chiede alle società di produzione italiane è questo: non partire dalla domanda “Che budget avete?”, ma da “Cosa vuol vedere il pubblico italiano”, portando dei format che abbiano la possibilità di essere sviluppati in scala.
Nicolangelo Di Stasi