In palestra si utilizzano spesso due terminologie: isotonica e isometrica per definire i tipi di contrazione muscolare. La contrazione isotonica o dinamica è composta da due fasi, una concentrica o positiva che corrisponde all’accorciamento muscolare ed una eccentrica o negativa che corrisponde all’allungamento muscolare. La contrazione isometrica è invece un tipo di contrazione in cui il muscolo sviluppa tensione senza però modificare la sua lunghezza.
Contrazione muscolare e allenamento
La contrazione isotonica nella maggior parte dei casi è da preferire a quella isometrica, per la sua maggior efficacia neuromuscolare. La contrazione muscolare isotonica è più utile perché si stimolano ad ampio raggio tutte le fibre muscolari coinvolte nel corso del movimento. La contrazione isotonica è composta da due fasi quella concentrica e quella eccentrica, in quest’ultima il carico utilizzabile può essere anche del 40% in più rispetto a quello concentrico, per questo motivo le esercitazioni basate sulle contrazioni eccentriche sono tra le più intense che si possono eseguire. Le contrazioni isometriche possono essere utili in alcuni esercizi come ad esempio nei plank, dove questo tipo di contrazione può produrre degli adattamenti positivi nei muscoli stabilizzatori coinvolti. Parlando sempre di contrazione muscolare, in palestra solitamente quando si svolgono gli esercizi con sovraccarichi si cerca di raggiungere il cosiddetto cedimento muscolare. Che consiste nel terminare la serie di allenamento quando si raggiunge l’incapacità nell’eseguire un ulteriore ripetizione. C’è da sottolineare che non esistono prove scientifiche che indicano univocamente che sia necessario raggiungere tale soglia, per indurre un effetto allenante.
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