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CYBERBULLISMO – RIFLESSIONI SOCIOLOGICHE

Ormai bambini e adolescenti, al pari degli adulti, dispongono di smartphone e tablet in grado di ampliare oltremisura la loro rete di comunicazione. Proprio per il dilagare della comunicazione telematica, la piaga sociale del cyberbullismo si è ulteriormente sviluppata. Il fenomeno del cyberbullismo, decisamente correlato al bullismo, ma in versione elettronica, consiste in atteggiamenti e comportamenti da parte di qualcuno, finalizzati ad offendere, spaventare, umiliare la vittima tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messaggeria istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i siti web. Le vittime dei bulli telematici sono adolescenti di 12-14 anni, in età scolare che, nella maggior parte dei casi, frequentano la stessa scuola del cyber-persecutore. A tal proposito sono in corso studi a lungo termine, poiché si immagina che gli effetti del cyberbullismo possono agire sulla psichiche umana come gli effetti devastanti causati dal bullismo tradizionale. In ogni caso, è noto che il livello soggettivo di dolore determinato dal cyberbullismo può essere molto intenso e tanto più forte quanto più la vittima è debole. Secondo una ricerca condotta da Save The Children, tre ragazzi su dieci sono testimoni di comportamenti violenti in rete e il 72% degli adolescenti vede il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del momento, confermato da molti professionisti specializzati i quali considerano il cyberbullismo una delle manifestazioni più allarmanti della rete. Il cyberbullismo assume diverse connotazioni, la pubblicazione in rete di informazioni spiacevoli ed imbarazzanti su un’altra persona; l’estromissione deliberata di una persona da un gruppo on-line allo scopo di pregiudicare la sua sensibilità; l’invio reiterato di messaggi offensivi diretti a ferire qualcuno e tanto altro ancora. La forma più frequente è il flaming che consiste nell’invio on-line di messaggi violenti e volgari finalizzati a provocare battaglie verbali in un forum. Il nome flaming esprime uno stato di aggressività durante l’interazione con altri utenti del web. La rete offre la possibilità di inserirsi in nuove situazioni ed ambienti, in cui ogni utente tende a ritagliarsi un proprio spazio. Un’altra forma devastante è l’abitudine di riprendere forme di violenza verso deboli, il cosiddetto cyberbashing, fino ad arrivare a forme di estrema violenza come il cyberstalking. In aiuto dal 18 giugno 2017 è entrata in vigore la legge 29 maggio 2017 n.71 che si occupa del fenomeno del cyberbullismo che prevede una linea di orientamento per prevenire e per il contrasto dello stesso, con il coinvolgimento anche della scuola, come pure il riconoscimento del ruolo dei servizi territoriali con l’ausilio di associazioni ed enti per lo sviluppo e la promozione di progetti tesi a sostenere le vittime, ma soprattutto il diffondere di attività riparatorie e di attività sociale. Un esempio virtuoso in provincia di Salerno è il progetto “#CYBERBRAVE – coraggio in circolo”, conclusosi il 27 ottobre scorso a Giffoni Valle Piana, diretto da Don Alessandro Bottiglieri, il quale coadiuvato da esperti del settore ha tracciato un programma di lavoro utile per arginare un fenomeno dilagante e preoccupante che coinvolge per lo più bambini ed adolescenti.

Luigi Bernabò

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