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DISPERSIONE SCOLASTICA

DISPERSIONE SCOLASTICA: investire su scuola ed educazione

La dispersione scolastica è un fenomeno complesso ed è stato aggravato dalla pandemia. Nonostante i progetti e gli interventi programmati, il tasso italiano di abbandono scolastico o di insufficiente formazione dei giovani è tra i più alti in Europa. Il Covid-19 ha causato e sta causando conseguenze negative soprattutto fra le persone più vulnerabili. Il Comitato istituito in attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha espresso preoccupazione per i bambini e per gli adolescenti per l’aumento delle disparità nel campo dell’istruzione, determinate anche dalla didattica a distanza. Con riferimento all’Italia, la pandemia ha accentuato problemi e differenze territoriali nei servizi educativi e nell’accesso alla rete digitale. La chiusura così protratta delle scuole e le riaperture a singhiozzo hanno ampliato le ineguaglianze tra gli studenti. Numerosi sono stati i ragazzi che non hanno risposto agli inviti on line dei loro docenti perché non dotati di strumentazione o di collegamenti internet. I Rapporti MIUR sulla politica nazionale di contrasto del fallimento formativo e della povertà educativa sottolineano che la dispersione non è un fenomeno marginale, è causa ed insieme conseguenza di mancata crescita e, al contempo, di deficit democratico nei meccanismi di mobilità sociale del nostro Paese ed è l’indicatore di una deficienza del nostro sistema in termini di equità. Accanto alla dispersione, consistente nella mancata o incompleta formazione scolastica da parte dei giovani in età scolare, vi è quella che viene indicata come dispersione implicita, che si verifica quando uno studente frequenta la scuola senza però acquisire la preparazione necessaria per poter poi lavorare o inserirsi pienamente nella società. La percentuale di giovani che abbandonano precocemente l’istruzione e la formazione ha raggiunto una percentuale del 13,5% e si situa a notevole distanza dal parametro di riferimento UE che è del 10%. Tra le regioni i tassi variano in modo considerevole, dal 9,6% nel Nord-est al 16,7% nel Sud. I ragazzi hanno più probabilità delle ragazze di abbandonare la scuola prima del tempo: il 15,4 % contro l’11,3 %. Altro problema serio da non sottovalutare è che la spesa per l’istruzione in Italia rimane tra le più basse nell’UE. In Italia non è esistita, almeno fino ad ora, una politica del governo centrale contro il fenomeno della dispersione e la questione viene affrontata dalle Regioni, ognuna in modo separato e con grado diverso di attenzione. Eppure l’importanza dell’istruzione nella crescita e nella maturazione psicofisica dei minori è sancito dall’Europa, ed è alla base della nostra Costituzione, che lo riconosce come diritto universalmente garantito. Molti ragazzi, pur frequentando dall’inizio alla fine il percorso che li porta dalle elementari al diploma, dimostrano di avere forti carenze nelle competenze di base. Tecnicamente si parla di dispersione scolastica implicita. Ciò vuol dire che ci sono ragazzi che, alla soglia della maturità, non possiedono le competenze in teoria richieste alla fine della terza media. Quanto basta per riflettere sull’opportunità di potenziare le politiche d’inclusione scolastica.

Luigi Bernabò

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