I criminali che sversano senza ritegno il bagno dove lo fanno, in Costa Smeralda o in Versilia?
Il collaboratore di giustizia casalese Carmine Schiavone raccontava che i camorristi erano soliti rispondere, a chi protestava per l’interramento di rifiuti tossici nelle loro zone, che a loro dell’inquinare le falde acquifere importava meno di zero tanto bevevano acqua minerale. A vedere gli ultimi di una lunga serie di sversamenti dei reflui nei canali comunali e aree limitrofe, verrebbe da pensare che a una protesta simile a quella citata sopra questi criminali dell’ultima ora risponderebbero che a loro di inquinare fiumi e mare interessa poco, tanto il bagno se lo fanno in Costa Smeralda o in Versilia. E gli crederei pure, a essere sincero, perché i soldi sporchi di letame da qualche parte vanno pure sanificati e di certo non lo puoi fare nell’acqua putrida che la loro incoscienza, ancora più stagnante, inquina notte e giorno. Sì, dev’essere proprio così, altrimenti non si spiega come si possa essere così “defecenti” (dalle feci italiane e non dal latino deficĕre, perché per carità, so come hanno la faccia, ma non sindacherei mai sulle capacità cognitive) a imbrattare, se non il loro presente, almeno il futuro delle proprie figlie e figli. E qui non si parla di limitare il consumo di carne per il benessere del pianeta o di gettare la carta nell’apposito cestino per salvaguardare l’ambiente e il decoro urbano, che pure andrebbe fatto, ma comprendo che per alcuni è uno sforzo eccessivo, no, qui si tratta di guardarsi intorno e fare i conti con la propria esistenza, almeno con la propria visto l’indifferenza nei confronti di quelle altrui. Chiedendosi cosa si mangia e beve, cosa si annusa e respira e, soprattutto, facendo i conti con la gente che si ammala e di cui tutti, chi più chi meno siamo responsabili. Perché è vero, non ci sono santi, ma almeno si può evitare di essere diavoli distruggendo un paradiso che non ci appartiene. Perché, sostenevano i nativi americani, che in quanto a saggezza ne avevano più dei delinquenti: “Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”.
Pasquale Quaglia