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I GIOVANI E LA POLITICA – L’INDIFFERENZA DI UN RAPPORTO

Una delle domande attuali che ci poniamo soprattutto in prossimità delle scadenze elettorali ed anche dopo è se le nuove generazioni si preoccupino di seguire l’andamento del dibattito pubblico politico o se preferiscono invece rimandare questa attività, con il rischio di perdere di vista questioni che in un futuro molto prossimo le riguarderanno da vicino. Il numero di persone tra i giovani e fino ai 40 anni che si informano quotidianamente ha assunto valori altalenanti nel tempo registrando cali progressivi negli ultimi anni. Un minimo di interesse si registra nei laureati nella fascia di età tra i 25 e i 44 anni che afferma di informarsi con frequenza giornaliera, ma se scendiamo tra i giovani con meno di 25 anni in possesso di un titolo di studio, ci accorgiamo che l’interesse è particolarmente scarso. Ora quali sono le ragioni alla radice dell’assenza di un’assidua informazione? Indipendentemente dal titolo di studio acquisito, gli italiani al di sotto dei 44 anni motivano il proprio atteggiamento in primo luogo con la mancanza di interesse per l’argomento e in secondo luogo con la sfiducia nella classe politica che a loro parere sembra dimenticarli troppo spesso; poi, a seguire, con la mancanza di tempo e la complessità dell’argomento. Sebbene la motivazione principale della mancanza di informazione continui ad essere il disinteresse, tale dato fa registrare percentuali costantemente più elevate nella fascia 14-24 rispetto alla fascia 25-44. Nella seconda classe di età si manifesta con più frequenza un sentimento di sfiducia rispetto alla politica.

I giovani appaiono dunque disinteressati, distaccati e lontani e questo loro atteggiamento rende il comportamento elettorale delle nuove generazioni molto fluido e difficile da prevedere. Siamo sicuri che flotte di giovani abbiano partecipato alle recenti elezioni regionali in Campania? I mezzi di informazione a disposizione di coloro che invece si documentano sono molto più numerosi e le combinazioni tra questi possono essere molteplici. Le fonti a cui si rivolgono i giovani italiani per rimanere aggiornati sulla politica sono le stesse che adducono per altri argomenti. Come prevedibile, specialmente considerata la praticità della fruizione, la televisione detiene ancora il primo posto. Oltre la metà dei ragazzi però sceglie di informarsi attraverso i social network tra le pagine ufficiali di giornali e testate che parlano di politica, creandosi così autonomamente il proprio palinsesto multimediale; il 35% del campione tende invece a prediligere un’informazione indiretta e si affida a commenti e condivisioni. Le pagine dei politici sono consultate poco e quelle dei partiti ancora meno. In Italia, tra coloro che asseriscono di informarsi e documentarsi, solo il 43% interviene attivamente nel dibattito e parla di politica. Di questi, il 67% approfondisce il tema tra le mura domestiche e il 46% ne discute anche con gli amici più stretti. Il posto di lavoro e la scuola non sembrano invece i luoghi più adatti per affrontare questo argomento dal momento che pochi si aprono con i propri superiori o con i docenti ed ancora meno se ne parla con colleghi o compagni di classe.

Per quanto riguarda invece la percentuale di persone tra i 18 e i 44 anni impegnata attivamente nello svolgimento di attività inerenti all’ambito politico, pare che solo l’1% della popolazione tra i 18 e i 44 anni ha svolto gratuitamente attività per un partito politico, quindi un dato bassissimo; in media il 15% ha seguito il dibattito pubblico e approssimativamente il 4% ha partecipato ad un comizio, dati decisamente imbarazzanti. Questo andamento migliora leggermente, ritrovando un po’ di vigore, in prossimità di scadenze elettorali amministrative, politiche o europee, ma sicuramente l’indifferenza diffusa tra i giovani verso la politica è un dato che deve far riflettere. Questa situazione fa rabbia poiché, rispetto alle generazioni precedenti, sono proprio i giovani a rappresentare la parte della popolazione più istruita e più interessata ai grandi temi, dall’educazione, all’equità, allo sviluppo e all’ambiente. È anche per queste ragioni che è dunque importante e fondamentale non solo sensibilizzarli al dibattito politico, ma anche incoraggiarli al prendervi parte per contribuirvi attivamente.

Luigi Bernabò

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