Dopo 20 anni “il cimitero inglese” riapre al pubblico.
Il cimitero acattolico di Santa Maria della Fede noto ai napoletani come “Cimitero inglese” proprio perché, a partire dal 1826, ospitava nobili, scienziati, artisti e gente comune, tutti cittadini britannici residenti in città. Fu realizzato nel 1826, grazie al volere del console di Napoli di quel periodo sir Henry Lushington e dell’allora esistente comunità britannica napoletana, nei pressi del borgo Sant’Antonio Abate. Dopo poco più di 20 anni, precisamente nel 1852 venne notevolmente ampliato, e infine venne chiuso nel 1893, sostituito dal nuovo cimitero inglese alla Doganella. Negli anni il cimitero è stato inglobato dai palazzoni popolari del quartiere e così si è deciso di spostare man mano le tombe in un nuovo cimitero. Adesso, dopo più di vent’anni, sotto forma di parco aperto a tutti, il cimitero tornerà a fiorire. Alla cerimonia di apertura era presente anche il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il quale ha detto: “A breve sigleremo un accordo con la Sma, la società regionale, per la gestione di alcuni parchi e alcune aree della città. Stiamo lavorando per rimettere a posto il verde cittadino ma seve la collaborazione e la partecipazione dei cittadini affinché sia mantenuto il rispetto degli spazi comuni di cui usufruiscono soprattutto bambini e anziani”. Naturalmente prima dell’apertura è stato necessario un ampio lavoro di bonifica, sia del parco stesso che della piazza antistante dove era presente un grosso parcheggio abusivo. L’area presenta ancora numerose tracce del suo passato, come per esempio il monumento funerario di Mary Somerville, un’opera di Francesco Jerace ultimata nel 1876, con la grande matematica raffigurata seduta, il sarcofago di Oscar Meuricoffre, della famosa famiglia di mercanti francesi trasferitisi a Napoli, e anche due monumenti funebri neoclassici di industriali svizzeri. Oggi, il terreno è stato trasformato attraverso il tempo da cimitero prestigioso, destinato ai nobili inglesi, a parco con giardinetti e panchine, donando ai residenti, gli anziani e i bambini, un punto di incontro di cui il territorio ha sempre bisogno.
Fernando Giordano